ROMA – “Silvio Berlusconi infama la magistratura“: l’accusa della Corte di Cassazione contro il leader del Pdl è netta. La Cassazione lo ha scritto nella motivazione al mancato trasferimento dei processi Mediaset e Ruby da Milano a Brescia.
”I pm fanno il loro ‘mestiere’ e certo non può addursi a motivo di temibili intenti persecutori che si adoperino…con tenacia e determinazione anche polemica e decisa ma mai esorbitante dalla normale dialettica processuale’.
Ecco cosa hanno scritto i supremi giudici: l’asserita esistenza di ”contesti deliberatamente persecutori o complottistici dell’intera autorità giudiziaria milanese” nei confronti Berlusconi, è ”un’accusa infamante”, perché intacca il dovere di imparzialità e l’indipendenza di giudizio”.
”L’eventuale probabilità di un turbamento della libertà valutativa e decisoria del giudice” è ”fondata – come in tutti i casi descritti da Berlusconi – su mere illazioni o sulla generica adduzione, causalmente irrilevante, di timori o sospetti personali” dell’ex premier, ”non espressi da fatti oggettivi e muniti di intrinseca capacità dimostrativa”.
Ma la Cassazione parla anche della separazione tra Berlusconi e Veronica Lario: sono state ”superficialmente dileggiate” da Silvio Berlusconi le componenti del Tribunale civile di Milano che hanno deciso sull’assegno mensile di separazione a favore di Veronica Lario. Lo scrive la Cassazione, ricordando che Berlusconi in tv le aveva definite ”giudicesse femministe e comuniste”.
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