Berlusconi cambia nome (e inno) al Pdl per avvicinare Lega e Udc

Pubblicato il 21 Febbraio 2012 - 19:30 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi (Lapresse)

ROMA – La fase di studio durerà fino alle amministrative di maggio. Dopodiché Silvio Berlusconi ha intenzione di metter mano al Pdl. Magari cambiando nome. Possibilmente inglobando Lega e Udc in un’unica alleanza. Lunedì l’ex primo ministro ha incontrato i vertici del partito a villa Gernetto. Certo che, nel frattempo, le amministrative sono un ostacolo non da poco. I sondaggi danno il Pdl al minimo storico: possibilità di vittoria, assai risicate. E per questo è stato trovato un escamotage per recuperare l’alleanza con la Lega. Ovvero presentare delle liste civiche che possano allearsi con la Lega almeno nei comuni con meno di 15mila abitanti, ovvero quelli in cui il partito di Bossi ha concesso la possibilità di unire le liste leghiste a quelle civiche.

Liste civiche e Lega. Sembrano questi gli argomenti clou del dibattito piediellino.  “Oggi non stiamo meditando di cancellare il simbolo, ma di scegliere liste civiche e magari candidati provenienti dalla società civile”, ha detto Franco Frattini. “Non vorrei veder scomparire il simbolo del Pdl, Silvio Berlusconi non rinuncerà al progetto del partito ma vedremo queste liste civiche come satelliti. In un secondo tempo si potrà pensare al lancio di una costituente popolare italiana, che è nei sogni di Berlusconi e Alfano”, aggiunge. “Di fatto si tratta di ripetere l’esperienza della famiglia politica del Ppe. L’Udc è nel Ppe, mentre la Lega no, anche se non è incompatibile visto che condividiamo gli stessi valori sul governo del Nord”. Roberto Formigoni è più esplicito: “Alfano sta lavorando per ricucire il rapporto con Lega e Udc. In ogni città che andrà al voto sentiamo il dovere di presentare dei candidati capaci di rappresentare il mondo moderato competitivo e vincente. Le liste del Pdl sono aperte anche alle liste civiche, apriamo le primarie anche a rappresentanti della società civile”.

Questione solo apparentemente estetica è poi quella del simbolo del Partito. Berlusconi vorrebbe qualcosa di meno asettico della sigla Pdl. Ma anche qui ci sono parecchi distinguo. C’è Ignazio La Russa che vuole tenerlo. C’è, ancora, Altero Matteoli che vuole tenerlo fino a maggio e poi passare a un totale rinnovamento. “Siamo consapevoli che i partiti debbano rifondarsi”, ha detto l’ex ministro.

La serata è stata allietata anche dal nuovo inno del partito, partorito (narra la leggenda) dal presidente in persona “in sole 3 ore”. Berlusconi l’ha intonato e i pochi versi trapelati hanno già creato una polemica. J-Ax degli Articolo 31 ha giurato vendetta su Twitter promettendo una denuncia: il testo sarebbe troppo simile a una sua canzone. Ci pensa Daniela Santanché a sgombrare il campo da ogni dubbio: “Noi, gente che spera e lotta”, titolo dell’inno in questione, “non c’azzecca niente” con la canzone del rapper. ”Non c’entra con quello di J-Ax, anzi come direbbe Di Pietro, non c’azzecca proprio”, ha detto la Santanchè. ”Mi sembra che ci siano quattro parole uguali in tutto l’inno, non c’entra niente, zero. Ma capisco che ora questo signore è balzato alle cronache grazie a questa vicende… E visto che c’è di mezzo Berlusconi, finiremo tutti in tribunale”. Che poi: Berlusconi ascolterà J-Ax?