Berlusconi insiste: “Il Capo dello Stato è di sinistra”

Pubblicato il 8 Ottobre 2009 - 09:44 OLTRE 6 MESI FA

Al presidente del Consiglio la notte non ha portato consiglio. Silvio Berlusconi, il giorno dopo la bocciatura del Lodo Alfano dal parte della Corte Costituzionale, ha confermato tutto il suo nervosismo attaccando nuovamente capo dello Stato, magistratura e stampa.

In un intervento al Giornale Radio Rai, il premier ha di fatto ribadito tutte le sue valutazioni a caldo: «C’è un presidente della Repubblica di sinistra e c’è una Corte costituzionale con undici giudici di sinistra che non è certamente un organo di garanzia, ma è un organo politico».

«Il presidente della Repubblica – ha aggiunto Berlusconi – è stato eletto da una maggioranza che non è più maggioranza nel Paese, una maggioranza di sinistra, ed ha le radici totali della sua storia nella sinistra. Credo che anche l’ultimo atto di nomina di un magistrato della Corte dimostri da che parte sta».

Nel corso del suo intervento Berlusconi ha confermato che «il governo va avanti tranquillamente, serenamente, se possibile con più grinta di prima, perché si sente assolutamente necessario, indispensabile, alla democrazia, alla libertà, al benessere di questo Paese».

«Abbiamo governato senza questo Lodo per cinque anni, dal 2001 al 2006 – ha continuato il premier – e continueremo a governare senza questo Lodo. Ci sono due processi farsa, risibili, assurdi, che illustrerò agli italiani, anche andando in tv. Mi difenderò più spesso nelle aule dei tribunali facendo esporre al ridicolo gli accusatori, mostrando a tutti gli italiani di che pasta sono fatti loro e di che pasta sono fatto io».

Berlusconi, quindi, ha concluso il suo intervento con un affondo sull’informazione: «Per fortuna che Silvio c’è, altrimenti il Paese sarebbe nelle mani della sinistra che ha una organizzazione di una minoranza della magistratura che usa il potere giudiziario ai fini di lotta politica, ha più del 70% della stampa che è tutta di sinistra con in testa Repubblica e gli altri giornali, ha tutti i programmi di cosiddetto approfondimento politico con la tv pubblica pagata con i soldi di tutti».