Berlusconi al telefono: “I testimoni diranno che non sapevamo l’età di Ruby”

MILANO – E’ l’1 agosto 2010, ci vogliono ancora tre mesi prima che lo scandalo Ruby diventi di pubblico dominio. La notte della Questura, quella in cui Ruby viene affidata a Nicole Minetti, quella delle telefonate del premier che gli sono costate un’accusa di concussione, è del 27 maggio precedente. L’1 agosto Ruby ha già detto parecchi dettagli ai pm sulle notti di Arcore. E’ stata ascoltata 3 volte, l’ultima sarà poco dopo, il 4 agosto.

Questo il contesto nel quale avviene la telefonata di Nicole Minetti a Silvio Berlusconi. Gli investigatori ascoltano la consigliera al telefono e di conseguenza anche le risposte del premier, non intercettabile direttamente se non dietro autorizzazione della Camera. Quello che Berlusconi dice in questa telefonata non è stato utilizzato durante le indagini e non lo sarà nemmeno durante il processo che si apre domani, 6 aprile, a Milano. Perché la voce del premier sia utilizzabile nel processo occorre, anche in questo caso, l’autorizzazione della Camera. I pm di Milano non l’hanno chiesta, ma ci sono tre conversazioni sopravvissute agli omissis dei magistrati. Non dovevano essere trascritte ma sono state pubblicate dal Corriere della Sera.

Torniamo all’1 agosto e alla conversazione tra Nicole Minetti e Berlusconi. Lui risponde al telefono affettuoso: “Come sta la mia consigliera bravissima? Mi parlano tutti così bene di te, amore. Tutti, quelli della Lega, i nostri (…) Così poi quando ci sono le elezioni vieni in Parlamento”. Minetti: “Ma lo sai che l’altro giorno è venuto da me in Consiglio regionale Giuliante a parlarmi della storia della Ruby?”. Berlusconi: “E Giuliante chi è?”. Minetti: “Giuliante è l’avvocato del Pdl nonché di Lele (Mora, ndr), è venuto in Consiglio e praticamente m’ha raccontato tutta la storia, che c’è questo pm di nome Forno che sta seguendo il caso (…) e che secondo lui, non adesso, ma a settembre (il pm Forno, ndr) mi chiamerà perché comunque sia la Ruby che l’altra str… della Michelle hanno fatto il mio nome. Hanno aperto un’indagine su questa Michelle, perché in effetti è vero che la Ruby l’ha denunciata”. Berlusconi: “Cioè, la Ruby ha denunciato Michelle?”. Minetti: “Sì, per induzione alla prostituzione”. Berlusconi: “Una si dà la patente di puttana?”. Minetti: “Te lo giuro” (ride). Berlusconi: “Ma roba da matti”.

Da queste prime battute il premier sembra stupito ma non pare abbia colto la complessità della situazione. Poco oltre anticipa quella che sarà poi la sua linea difensiva, ossia: sapevo che Ruby era minorenne. Questa intercettazione consente di mettere un punto fermo: l’1 di agosto 2010 il premier sapeva che Ruby non aveva ancora compiuto 18 anni, come si capisce nelle battute successive: “Vabbeh, quello che è importante è che ci siano diverse persone che testimonino come a noi (Ruby, ndr) aveva detto che aveva l’età diversa da quella che aveva insomma. Una volta che succede quello, non succede più niente. L’abbiamo soltanto aiutata perché ci faceva pena”.

Nicole Minetti aggiunge un particolare che turba Berlusconi. Il pm Forno avrebbe in mano delle foto: “Si, perché (Giuliante, ndr) m’ha detto che ‘sto Forno c’ha anche delle foto in mano, che gli ha dato la Michelle”. In realtà non è vero, è solo quello che Ruby ha detto a Giuliante per giustificarsi del fatto che ai magistrati aveva raccontato parecchie cose delle serate ad Arcore. Davanti alle foto non poteva star zitta insomma.

La prospettiva di foto compromettenti lascia il premier di stucco. Il brogliaccio lo segnala ammutolito: “5 secondi di silenzio”. Berlusconi: “Ho capito. Mmh, vabbeh, speriamo che non venga fuori un casino. Sai, basta poco perché quando si tratta di me, eh, tutti i giornali son contenti…va beh, comunque noi non abbiamo fatto niente di male, eh…”.

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