ROMA – Sentenza confermata. Silvio Berlusconi è stato interdetto per due anni dai pubblici uffici. Lo ha stabilito, nella serata di martedì 18 aprile, la Corte di Cassazione.
In particolare i Supremi giudici della Terza sezione penale hanno dichiarato “irrilevanti” le questioni di incostituzionalità delle norme tributarie sollevate dalla difesa di Silvio Berlusconi e hanno “rigettato” nel resto il ricorso contro la sentenza emessa dalla Corte d’appello di Milano il 19 ottobre 2013. Quel verdetto aveva ridotto a 2 anni l’originaria interdizione dai pubblici uffici pari a 5 anni.
La Cassazione era chiamata a confermare o meno i 2 anni di interdizione dai pubblici uffici stabiliti dai giudici d’appello di Milano il 19 ottobre scorso. L’interdizione è la pena accessoria alla condanna definitiva sul processo Mediaset dell’1 agosto scorso, quella che ha condannato Berlusconi a un anno. In aprile il giudice dovrà decidere se l’ex premier dovrà scontare quest’anno di condanna ai domiciliari oppure se affidarlo ai servizi sociali.
Certo è che, con questa doppia pronuncia della Cassazione, la strada per il seggio europeo è ancora più ardua: Berlusconi giorni fa ha detto di volersi candidare alle Europee, cosa pressoché impossibile viste le condanne. Il commissario Reding ha subito fermato l’aspirazione berlusconiana: “Le regole europee sono chiare”.
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