ROMA – Si definisce “l’ultimo premier eletto dal popolo”. E lo fa alla vigilia dell’incontro, per le consultazioni, con Giorgio Napolitano. Perché Silvio Berlusconi a queste consultazioni ha intenzione di esserci e con un ruolo di primo piano.
Così, il giorno prima dell’incontro, in Sardegna per la chiusura della campagna elettorale di Ugo Cappellacci, Berlusconi attacca:
“Sono l’ultimo presidente del consiglio che è stato eletto dal popolo. Un sondaggio mi dava al 75,3% di consensi allora magistratura e Pd si sono riuniti per escogitare come farmi fuori”.
L’ex premier prepara l’incontro con Napolitano con toni non proprio concilianti. E parla apertamente di colpo di Stato a proposito delle sue dimissioni del 2011 e del successivo incarico a Mario Monti.
“Quello che è successo nel 2011 è stato un vero e proprio colpo di Stato. E’ un colpo di Stato quando un governo eletto dai cittadini viene sostituito da un altro governo che i cittadini nemmeno conoscono, senza passare da altre elezioni”.
“Nel 2011 Napolitano mi chiamò al Quirinale e mi fece un ragionamento molto duro e mi disse che per il bene del paese conviene che vi dimettiate perché le Camere non vi hanno ancora sfiduciato ma, tra le righe, mi disse: dovete temere qualche altra emorragia dal vostri gruppo. Noi riunimmo il Consiglio dei ministri e dimettemmo”
“Abbiamo scoperto in questi giorni che già dal mese di giugno il Capo dello Stato riceveva più volte al Quirinale il professor Monti e che Passera stendeva su sua richiesta un programma economico. Era successo che, essendo andata male la manovra del 2010 si perseverò nel volerci far fuori e ci si riuscì nel 2011. E allora – ha ribadito il Cavaliere – fu colpo di Stato e cioè un governo eletto dai cittadini viene sostituito da un altro governo che i cittadini nemmeno conoscono senza passare da elezioni. Questo colpo di Stato era il terzo mosso dalla sinistra”.
Infine un passaggio su Matteo Renzi. Auguri con una punta di veleno:
“A Renzi faccio gli auguri di tutto cuore ma questo non significa che ciòche sta accadendo sia da iscrivere in ciò che può accadere un una democrazia perché o il potere è democratico o non è democrazia”.
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