ROMA – La legge Severino, che potrebbe portare alla sua decadenza da senatore, è applicabile o no a Berlusconi? Su questa domanda da un milione di scannano, metaforicamente con animi egualmente esacerbati, destra e sinistra. Il tema, ovviamente, non è solo giuridico ma anche politico e in politica il diritto vale fino a un certo punto. Ma vedere dove passi il confine fra diritto e logica politica può aiutare se non altro a capire.
Secondo Liana Milella, di Repubblica, Niccolò Ghedini ha convinto Berlusconi che
“la legge Severino non può essere sicuramente applicata a lui perché approvata a dicembre 2012 e quindi non ha valenza retroattiva sia che venga interpretata come una sanzione penale, sia amministrativa. Se è penale incappa nel principio del favor rei, se è amministrativa nella legge 689 dell’81 che, all’articolo 1, esclude comunque la retroattività”.
Berlusconi, sostiene Ghedini,
“non deve presentare una memoria difensiva che avvalorerebbe la legittimità della discussione in giunta”.
Invece, anticipa Liana Milella, cercherà di
“dimostrare con pareri giuridici che il Senato sta seguendo una via palesemente e manifestamente illegale. Dopo tante critiche alle leggi ad personam fatte da Silvio, stavolta lui attacca il Pd perché volutamente “utilizza la Severino contra personam””.
L’idea dei consiglieri di Berlusconi, riferisce ancora Liana Milella, è che il Pd dovrebbe bloccare il voto sulla decadenza, aspettare comunque sia le motivazioni della sentenza che soprattutto la decisione sull’interdizione, lasciare che la Severino sia applicata semmai quando ci saranno le prossime elezioni. Allora toccherebbe all’ufficio elettorale bloccare la candidatura di Berlusconi” e questo sarebbe un altro film.
Nel frattempo però si è entrati nel territorio della politica.
Si torna nel campo del diritto con le interviste che il Corriere della Sera ha fatto ad alcuni giuristi, che si dividono:
Giovanni Guzzetta sostiene che la norma è incostituzionale, ci procurerà una condanna dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, ma non preclude a Berlusconi il rientro nella competizione elettorale. In caso di nuove elezioni, spiega,
«potrà comunque mettere il suo nome sul simbolo elettorale».
«Ci sono in circolazione tutte le tesi possibili sulla natura dell’incandidabilità, se è penale, quindi irretroattiva, o amministrativa. Ma la Corte Europea guarda alla sostanza. Quella di non accedere ai pubblici uffici è decisamente una sanzione afflittiva e la norma è certamente retroattiva perché riguarda fatti precedenti alla sua entrata in vigore. Quindi viola la Convenzione europea della quale lo Stato deve tenere conto. E, secondo me, ci potrà essere un ricorso alla Corte Costituzionale».
Potrebbe sollevarlo
“la Giunta per le elezioni, che è un organo giurisdizionale. In caso Berlusconi decadesse, comunque potrà essere votato. Sul simbolo i partiti possono richiamarsi al nome che vogliono. E sulla scheda potrebbe comparire il nome Silvio Berlusconi. In più, se la legge elettorale resta quella in vigore, lui potrebbe restare il capo della coalizione”.
Per Cesare Mirabelli invece non c’è un problema relativo al fatto che la frode fiscale di Berlusconi sia stata compiuta prima della legge Severino, norma attuativa della legge sulla corruzione Monti – Cancellieri -Patroni Griffi -Severino:
«La Severino non prevede una sanzione penale accessoria alla sentenza ma viaggia per conto suo, prevedendo alcuni requisiti per chi voglia candidarsi al Parlamento e che si applicano anche a chi già vi siede. Non l’applica un giudice in sede di condanna ma la legge disciplina autonomamente l’ineleggibilità a determinate cariche. In ogni caso, non si tratta di una sanzione penale retroattiva ma è una norma che determina l’incapacità momentanea a ricoprire determinate cariche e funzioni. Dunque, l’unico modo per non applicarla al caso Berlusconi è quello di modificarla».
Valerio Onida :
«Non stiamo parlando di una sanzione aggiuntiva, ma dei criteri su cui si fonda l’eleggibilità di un cittadino».
Paolo Armaroli:
«Si discute se la norma sia di carattere penale o amministrativo. Il fatto che sia una sorta di appendice alla legge sulla corruzione ci fa dire che va assimilata al campo penale. E qui è inammissibile la retroattività della legge, salvo fattispecie del passato come i passaggi dal fascismo e il nazismo alla democrazia».
Stefano Passigli:
“La legge Severino è stata approvata prima della condanna definitiva di Berlusconi. E quindi va applicata. Le esigenze politiche non possono prevalere su logica giuridica».
E si torna anche con i giuristi alla politica.
Felice Casson, Pd:
«Voteremo come è scritto nella legge, pacifica e lineare. Cioè a favore della decadenza di Silvio Berlusconi da senatore».
Maurizio Gasparri, Pdl:
«Sulla non applicabilità della retroattività sono dette parole definitive. Guai a barare».
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