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Berlusconi: “Legge sulle intercettazioni è in dirittura d’arrivo” e a Fini: “Basta polemiche”

di admin |22 Giugno 2010 13:38

Silvio Berlusconi

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è rimasto infastidito e attonito dal monito del Capo dello Stato sulla priorità da dare alla manovra finanziaria rispetto al ddl sulle intercettazioni. Ai suoi, come scrive La Repubblica, avrebbe anche detto sbigottito: “Ora si mette anche a dettare l’agenda parlamentare”. E infatti il premier sembra proprio non tenere conto dell’appunto del Capo dello Stato. Di intercettazioni continua a parlare ovunque va. Ora, in un’intervista al settimanale “Oggi” in uscita domani dice: “La legge sulle intercettazioni è in dirittura d’arrivo”. Con buona pace di Napolitano. E poi a Fini spedisce al mittente una lamentela: basta con le polemiche continue.

“So per certo che la stragrande maggioranza degli italiani è d’accordo con me sull’assoluta necessità della legge sulle intercettazioni – afferma il premier – tant’é vero che quando ne parlo in pubblico, raccolgo solo applausi di consenso e di incoraggiamento per andare avanti fino all’approvazione definitiva, che ormai è in dirittura d’arrivo. Quando la legge sarà approvata il nostro Paese sarà davvero più europeo, più civile e più moderno”.

“Il mio obiettivo – prosegue – è porre fine a un sistema di abusi che in tanti anni ha di fatto cancellato il nostro diritto alla privacy. Questa situazione è purtroppo il portato di una cultura giustizialista che accomuna una piccola lobby di pm politicizzati e la lobby dei giornalisti che invece di fare le inchieste sul campo preferiscono fare del ‘copia e incolla’ sui fascicoli delle procure che contengono le intercettazioni, anche quelle dove emergono solo fatti privati”.

Sul rischio di fare un regalo ai criminali o proteggere la Casta, Berlusconi dice: “Tutto questo non ha nulla a che vedere né con la cosiddetta Casta né con le indagini serie contro i delinquenti o la criminalità organizzata. Le regole sulle intercettazioni contro la mafia e tutte le altre organizzazioni del crimine organizzato (‘ndrangheta, camorra, sacra corona unita e così via) resteranno infatti in vigore come prima. La legge che il Parlamento sta discutendo contiene un giusto equilibrio fra le esigenze della tutela della privacy e quelle della lotta contro il crimine e la tutela della legalità”.

A Fini: basta polemiche. “In un grande partito – dice il presidente del Consiglio – può anche accadere che vi siano opinioni diverse. Poi però si vota e alla fine la decisione che raccoglie il maggior numero di voti deve valere per tutti. Fini non ha mai contestato questa regola, che nel Pdl è in vigore fin dal primo giorno, tanto è vero che io stesso ho dovuto subirla in diverse occasioni. Se si stabilisce questo metodo democratico, senza strappi, senza inutili provocazioni quotidiane, senza uno stillicidio di polemiche continue, allora potremo portare a compimento con successo quella felice intuizione che oltre dieci anni fa discussi con l’indimenticabile Tatarella”.

Ferito da inutili polemiche di Montanelli su Forza Italia. Silvio Berlusconi resta ancora aperta, a quindici anni di distanza, la ferita causata dalle prese di posizione dell’allora direttore de ‘Il Giornale’, Indro Montanelli, sulla sua ‘discesa in campo’. Berlusconi ricorda come all’epoca “intorno a Montanelli un gruppo di giornalisti coraggiosi combatteva una battaglia solitaria e difficile contro una sinistra che mai come allora sembrava vicina a prendere il potere. Proprio per questo – sottolinea – mi ha ferito dolorosamente la scelta di Montanelli, quando scesi in politica, di esprimere non un legittimo dissenso, ma una inutile polemica, immemore del suo passato di protagonista della libertà”.

“Dai giornali di De Benedetti di tutto di più”. “Osservo che Carlo De Benedetti, per quanto attiene alla politica, si era iscritto come numero uno al Partito democratico – afferma il Cavaliere – Ora dice che il Pd lo ha deluso e sostiene che i suoi dirigenti non valgono nulla. Eppure i suoi giornali continuano ad appoggiare la sinistra post-comunista e a rovesciarmi addosso, tutti i giorni, di tutto e di più”.

Il Giornale. Il futuro de Il Giornale “non dipende da me – sottolinea Berlusconi – sarà mio fratello a scegliere la soluzione più idonea. So che ci sta lavorando e sono certo che farà la scelta migliore”. Nel colloquio con il settimanale, che sarà in edicola domani, il premier ha aggiunto di non essersi “mai pentito di aver salvato, in quegli anni, un quotidiano che era una bandiera, la sola bandiera della libertà in Italia”.

Delle mogli e dei figli. Berlusconi parla anche delle sue due ex mogli Carla Dall’Oglio e Veronica Lario e del rapporto con i suoi figli. La prima moglie – dice il premier  – é stata, ed è, una grande mamma e una gran signora. Si è comportata sempre con ammirevole riservatezza. La stimo molto, ed è stata, ripeto, per i miei figli la madre migliore possibile. Le nostre strade si sono divise da molti anni, ma non c’é stato, da allora, un solo momento nel quale non si sia comportata con una discrezione esemplare, restando sempre vicina ai nostri figli con grande dedizione e generosità.

Su Veronica e i figli : “Rispetto a quello con Carla, il divorzio da Veronica – dice il premier – è stato per me più doloroso. Alcuni passaggi della vicenda mi hanno anche ferito, ma non voglio più ritornarci sopra. La cosa più importante è l’affetto che i nostri tre figli continuano a portare a entrambi i genitori, confermando così – sottolinea – di avere ricevuto un’ottima educazione e di essere dotati di grande equilibrio. Il gruppo che ho fondato comprende una serie di attività molto diversificate, e sono certo che strada facendo Barbara, Eleonora e Luigi potranno inserirsi e trovare una collocazione attiva, di responsabilità vera e di piena soddisfazione, come è già stato per Marina e Pier Silvio. In questo – conclude il premier – penso di essere un padre giusto ed equanime”.

La madre gli scrisse l’epitaffio. “Se è vero che mia madre mi scrisse l’epitaffio?  – chiede Berlusconi – Sì, è vero. Una volta a cena ne parlammo scherzandoci sopra. Il mattino dopo mi portò un foglietto su cui aveva scritto, non più per gioco ma seriamente, la frase che lei avrebbe voluto fosse scolpita sulla mia tomba. Posso dirgliela. ‘Fu un uomo buono e giusto, dolce e forte’. Grazie, mammina, le dissi, cercherò di essere proprio così”.

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