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Berlusconi: “Liberatemi, come De Magistris”

di Daniela Lauria |31 Ottobre 2014 12:15

Silvio Berlusconi e Luigi De Magistris

ROMA – “Liberatemi, come De Magistris“. E’ quanto avrebbe detto Berlusconi ai suoi avvocati, Ghedini e Longo, dopo la sentenza del Tar Campania che, rinviando gli atti alla Corte Costituzionale, ha di fatto congelato la sospensione dell’ex magistrato, permettendogli di tornare a fare il sindaco di Napoli. Uno spiraglio, secondo l’ex premier, che spera di poter sfruttare l’assist per aggirare la Legge Severino, in forza della quale è stato estromesso dal Parlamento per sei anni, dopo la condanna Mediaset.

I due casi sono diversi, ma effettivamente, i principi di fondo ai quali si appellano i due condannati sono analoghi e riguardano la retroattività. La differenza sta nella provvisorietà o meno delle due condanne. La legge Severino prevede infatti un provvedimento definitivo, la decadenza, per una condanna definitiva; e uno provvisorio, la sospensione, per una condanna non passata in giudicato. Se per Berlusconi c’era una condanna definitiva, per De Magistris c’è solo il primo grado. Ma entrambi si sono appellati alla non retroattività della legge.

Berlusconi, infatti, sosteneva che nei suoi confronti non poteva intervenire una decadenza da senatore per atti compiuti prima che intervenisse la legge Severino. Allo stesso modo dice ora De Magistris, e il Tar gli ha dato ragione, di essere stato eletto quando la legge Severino non c’era, quando l’abuso di ufficio non era ragione sufficiente per non entrare in lista.

Berlusconi non ha potuto agire per via amministrativa, perché non poteva: i provvedimenti parlamentari non sono impugnabili di fronte al Tar. Ma la stessa questione posta ora da De Magistris, ha acceso una luce in fondo al tunnel. Il giurista Gianluigi Pellegrino spiega che se la Consulta,

 “accogliesse la tesi del Tar, sarebbe indirettamente una vittoria politica anche per Berlusconi. L’ex premier non avrebbe effetti diretti, perché la decadenza è definitiva, ma una decisione in tal senso sarebbe una bocciatura di quello che ha fatto il Parlamento e Berlusconi potrebbe trarne linfa anche per i contenzioni aperti nelle corti internazionali”.

Osserva infatti Carmelo Lopapa sul quotidiano la Repubblica:

“La Corte Costituzionale si pronuncerà sulla Severino in un arco di tempo indefinito tra sei mesi e un anno. Troppo, per chi a febbraio termina i servizi sociali e vorrebbe recuperare piena “potestà” politica. Berlusconi non fa mistero di attendere giustizia dalla Corte europea dei diritti prima che dalla Consulta italiana. Ecco allora che i legali integreranno la documentazione già inviata a Strasburgo proprio col pronunciamento del Tar sul caso De Magistris nella speranza di aumentare le chance”.

Intanto il pressing politico di Forza Italia è già cominciato. Con Maria Stella Gelmini che attacca:

“Il Tar Campania conferma la mostruosità della legge Severino e apre una falla enorme nel nostro ordinamento”.

Osvaldo Napoli parla di “due pesi e due misure”. E Maurizio Gasparri aggiunge:

“Verso alcuni si esercita diritto, per altri abuso”.

Mentre Manuela Repetti ordina:

“Si reintegri a questo punto anche Berlusconi e non solo De Magistris”.

Barbara Matera, deputata europeo del Ppe, azzarda:

“Fossi in Renzi, non attenderei la sanzione della Corte Europea e valuterei l’opportunità di procedere per decreto”.

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