Berlusconi ammette: Decreto sviluppo? Non c’è una lira

Silvio Berlusconi (Foto LaPresse)

ROMA – Silvio Berlusconi lo dice chiaramente questa volta: non c’abbiamo una lira, è difficile fare il decreto sviluppo.  “Stiamo cercando di inventarci qualcosa”, spiega il premier riferendosi al decreto sviluppo allo studio del governo. Il presidente del Consiglio precisa però di “non avere fretta” e di avere intenzione di presentare il provvedimento “solo quando sarà convincente” con “provvedimenti che possano davvero stimolare la crescita”. Il problema, aggiunge, è che “non ci sono soldi”.

Proprio questa sera alle 19, annuncia il premier, ci sarà una riunione dedicata proprio a questo argomento con “ministri e tecnici”. “Conto sul varo del decreto – ha spiegato – appena sarà convincente, cioè quando ci sarà un provvedimento che sia di stimolo a sviluppo e crescita. Ma non ho particolare fretta”.

Berlusconi promette che invece il nome del nuovo governatore della Banca d’Italia arriverà “a breve”. Il presidente del Consiglio aggiunge quindi che oltre al braccio di ferro tra Fabrizio Saccomanni e Vittorio Grilli (ovvero tra lui e Tremonti) c’è anche Lorenzo Bini Smaghi “nel novero dei candidati”. La lunga impasse registrata sino ad oggi sarebbe dovuta invece al fatto che “ci sono diversi problemi da risolvere”.

Berlusconi precisa poi di essere contrario alla patrimoniale. “Io sono contrario”, dice, ma, aggiunge “non mi sento di esprimere le opinioni degli altri esponenti della maggioranza”. E sul “pericolo” di referendum sulla legge elettorale dice: “Non credo che ce ne sarà bisogno. Interverremo cambiando la legge elettorale prima”.

Proprio oggi che è stato prosciolto nel processo Mediatrade, Berlusconi torna ad attaccare i giudici. “Adesso tutti mi chiedono se sono soddisfatto, non lo sono perché sono stato accusato di una cosa che non sta né in cielo né in terra. E’ il venticinquesimo processo da cui sono assolto. E’ un grave scandalo che i pm mi accusino e i loro colleghi mi assolvano”.

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