L’auditel premia Berlusconi: con Monti l’informazione tv in crisi

ROMA – Monti al posto di Berlusconi, e la tv italiana è andata in crisi: col cambio al vertice del governo, programmi di informazione e di approfondimento hanno fatto registrare perdite di ascoltatori anche piuttosto consistenti. L’analisi è stata svolta nel dettaglio da Carlo Tecce sul Fatto Quotidiano.

Tecce ha analizzato in particolare il fenomeno relativo al mese di novembre: nelle prime due settimane c’era ancora Berlusconi premier, nelle ultime due era subentrato Monti. Tecce parte dalla Rai: “Toccate le vette con sei milioni di telespettatori (21, 8 %), Ballarò scende a 4, 3 milioni (15, 8). Leggera flessione per Qui Radio Londra (-50 mila utenti, sotto il 17 %), però il giochino è sbagliato: Giuliano Ferrara era già un disastro con l’amico-editore B. figuriamoci con l’odiato Monti. Anche Gianluigi Paragone paga un bel conto, l ‘ Ultima Parola cede 3 punti di share e s’allontana dal milione di italiani”.

Ma anche sulle altre reti, continua Tecce, non se la sono passata benissimo: “Chiude La versione di Banfi su Rete 4. La volata di La 7 s’interrompe, e colpisce ovunque. Manca la spinta del telegiornale di Enrico Mentana, che segna -500 mila spettatori, e dunque soffrono Otto e Mezzo di Lilli Gruber, l ‘ Infedele di Gad Lerner e In onda di Porro-Telese”.

Sempre su La7, va avanti Tecce, “nemmeno Piazzapulita di Corrado Formigli evita la flessione, passando dal 6, 4 (10 novembre) al 4, 7 (24 novembre)”.

Gli unici in attivo sono quelli che evitano la politica: Alessio Vinci con Matrix (dove ha preferito parlare di Zio Michele) e Bruno Vespa con Porta a Porta (che parla più volentieri di Fiorello).

Male anche i telegiornali, “il Tg 3 viaggiava con una media del 16, 8 per cento di share, adesso torna al 15 %. Un gruppo variegato ha perso un punto di share: Tg 2, TgR, Studio Aperto”. E poi “meno 145 mila per il Tg 1 (-0, 68 %), 50 mila per il Tg 4 (-0, 2 %), il Tg 5 abbassa lo share (-0, 07 %) e cresce con il pubblico (+ 18 mila)”.

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