Berlusconi: “Mi dimetto solo con la sfiducia”

ROMA, 25 SET – ”Ogni giorno ci chiedono un passo indietro. Stiano tranquilli perche’ non possiamo andare dietro alle aspettative dei media e dell’opposizione. Non ci dimetteremo se non dopo un voto di sfiducia in Parlamento che io escludo”. Lo ha affermato il premier Silvio Berlusconi intervenendo telefonicamente alla festa del Pdl a Cuneo.

Le riforme. Il governo ”andrà avanti e farà le riforme che gli italiani ci chiedono, necessarie per ammodernare il Paese. Ogni giorno ci chiedono, comunisti e post-comunisti in testa, che il governo faccia un passo indietro. Ma stiano tranquilli, non possiamo andare dietro le aspettative dei media e dell’opposizione, non ci dimetteremo se non dopo un voto di sfiducia che in Parlamento ci sentiamo di escludere. Andremo avanti perché abbiamo una maggioranza coesa, solida, sicura che potrà fare finalmente quelle riforme, a partire dalla giustizia, dal fisco, dall’architettura istituzionale dello Stato”.

Elezioni nel 2013.“Ci presenteremo alla prossima scadenza elettorale, tra un anno e mezzo, con le carte in regola per vincere. Sono assolutamente convinto che il Pdl abbia le carte in regola per avere ancora tra un anno e mezzo dai cittadini il mandato per governare il paese. Abbiamo fatto molto, e stiamo lavorando ad altre misure per la crescita e lo sviluppo, dimostreremo concretamente che il governo ha lavorato e sta sempre lavorando sodo per l’Italia e nell’interesse di tutti quanti. Ci presenteremo, anche per l’opposizione che abbiamo alla prossima scadenza elettorale con un programma realizzato che ci fara’ dare ancora dagli italiani la responsabilità di governo”.

Crisi. ”In settimana esamineremo le misure per la crescita e lo sviluppo e con questo decreto dimostreremo che il governo sta sempre lavorando sodo per l’Italia”.

Intercettazioni. Riguardo alle intercettazioni, Berlusconi ha detto: ”In Parlamento ci accingiamo a fare una straordinaria battaglia per la libertà, che dobbiamo assolutamente vincere. Mi appello a Cicchitto e Gasparri, i condottieri delle nostre truppe alla Camera e al Senato  perché portare a compimento le riforme non serve solo ad ammodernare il Paese ma a salvare le nostra libertà. Dobbiamo tornare ad essere un Paese davvero civile e libero come oggi non siamo, come sapete bene quando parlando al telefono fisso o al cellulare sentite la morsa di uno Stato di polizia. Il fatto che i cittadini non siano sicuri che le loro parole siano inviolabili – ha aggiunto Berlusconi – non li fa più sentire cittadini di uno Stato che tutela la loro libertà”.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie