Berlusconi: “Mi opporrò con tutte le mie forze a chi vuole incrinare l’unione del Pdl”

Pubblicato il 8 Maggio 2010 - 17:17 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi da Bruxelles in un messaggio inviato al convegno  “Don Gianni Baget Bozzo, tra impegno politico e profezia” ribadisce che «incrinare l’unità del Popolo della Libertà per tornare alle ritualità della vecchia politica politicante sarebbe un errore imperdonabile. A questa prospettiva mi opporrò con tutte le forze, certo di interpretare il desiderio di quanti amano la libertà e la democrazia, e di onorare così la memoria di un grande italiano come don Gianni». E al Teatro della Gioventù di Genova, sabato 8 maggio, si è ricordata la figura del sacerdote, teologo e politologo genovese a un anno dalla sua scomparsa.

«È stato grazie alla forza di queste idee – scrive il premier – che il Popolo della Libertà, da quando è nato, ha vinto tutte le competizioni elettorali. Ed è stato grazie all’unità del nostro movimento che il governo ha avuto la forza necessaria per porre l’Italia al riparo dalla crisi economica». E in questo primo anniversario della scomparsa di don Bozzo, Berlusconi si dice «orgoglioso di onorare un grande uomo di fede e di cultura, ma anche un maestro unico e impareggiabile dei valori di libertà e di democrazia». Berlusconi ricorda «il consigliere, l’amico e il confidente più ascoltato da quando sono sceso in campo». «Tra i suoi tanti originali e preziosi consigli, che mi trasmetteva con i suoi appunti quasi quotidiani e con i frequenti colloqui, alcuni conservano tuttora una validità assoluta. La visione politica di don Gianni faceva perno sul popolo e sullo Stato. Un popolo di uomini liberi. Uno Stato – sottolinea ancora Berlusconi – dove tutte le forze politiche si riconoscono senza i veti di archi costituzionali o di altri strumenti di esclusione e di divisione».

«Un soggetto politico non ideologico – ribadisce il premier – ma con un programma concreto e costruito sulla base del consenso dei cittadini, un movimento capace di suscitare dal basso la volontà di un popolo di esprimersi direttamente nel governo. Dunque, una democrazia basata finalmente sul consenso popolare – conclude Berlusconi – e non più sui veti ideologici e sulle esclusioni».