Berlusconi: “Non aumenteremo le tasse”

Silvio Berlusconi

“Non aumenteremo le tasse”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi parlando della manovra economica da circa 28 milioni di euro che verrà presentata nei prossimi giorni dal ministro per l’Economia Giulio Tremonti.

Berlusconi ha anche aggiunto che il governo “non farà provvedimenti di macelleria sociale” e che la manovra “non conterrà provvedimenti punitivi”.

In un messaggio registrato al sito Promotori della Libertà il presidente del Consiglio spiega: “Di fronte allo tsunami che sta mettendo a dura prova tutti i Paesi europei il solito partito dei pessimisti è tornato a farsi sentire e a diffondere le solite menzogne e veleni, attribuendo al nostro governo il proposito di varare a breve provvedimenti punitivi che sono per l’ennesima volta totalmente inventati”.

La manovrà ha aggiunto il premier “non toccherà scuola, pensioni e sanità”. Berlusconi aggiunge: “Chiedo il vostro impegno: dovete sapere far sapere che non uno di questi fantasiosi provvedimenti di macelleria sociale di cui si legge su certa stampa in questi giorni risponde al vero. Noi stiamo lavorando in stretto contatto con le parti sociali. E’ assolutamente falso che sia alle viste un aumento delle imposte”. “Non verranno toccate – precisa Berlusconi – né la sanità né le pensioni, né la scuola né l’Università. E’ sicuro invece che il governo continuerà a mantenere i conti pubblici in ordine con una politica prudente, coniugando il rigore con l’equità e il sostegno alo sviluppo. E ripeto: non aumenteremo le tasse. Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani”.

Le premesse, o meglio le promesse del governo, però, ad inizio legislatura erano diverse: non più tardi di agosto 2009, quindi nel pieno della crisi finanziaria internazionale,  in una lunga intervista al settimanale Chi, Berlusconi aveva ribadito la sua ferma intenzione di abbassare le tasse. Ora, invece, nonostante il peggio della crisi finanziaria sembra essere alle spalle, ci si accontenta di non alzarle.

Non solo. Nella speranza che gli italiani non ricordino quelle promesse non mantenute, il premier attacca l’opposizione e afferma: “Se il nostro governo avesse seguito anche solo una parte delle richieste della opposizione di aumentare la spesa l’Italia sarebbe finita come la Grecia: e cioé male, molto male. Noi – rivendica il presidente del Consiglio – invece abbiamo garantito la credibilità dei nostri Bot e Cct sui mercati finanziari internazionali che continuano a investire sui nostri titoli; e così abbiamo tutelato il risparmio delle famiglie, assicurato le pensioni a quasi 17 milioni di pensionati e lo stipendio a 3,5 milioni di dipendenti pubblici senza mai mettere le mani nelle tasche dei contribuenti. Agendo sempre come il buon padre di famiglia il nostro governo ha operato cercando di difendere chi lavora e di diffondere continuamente ottimismo e fiducia, senza le quali non si va da nessuna parte”.

“Con gli ammortizzatori sociali – dice ancora – abbiamo assicurato un sostegno a tutti quelli che hanno perso il lavoro per la crisi. Non abbiamo lasciato nessuno da solo. Abbiamo riportato lo Stato a fare lo Stato per risolvere le emergenze dei rifiuti a Napoli e del terremoto all’Aquila, dove in appena 150 giorni abbiamo costruito case confortevoli”.

E ricordando il rilancio del programma per le grandi opere, Berlusconi ha ricordato che il governo ha “modernizzato le Ferrovie con l’Alta velocità, con lo straordinario Frecciarossa che porta da Milano a Roma in 2 ore e 45 minuti”. “Fatti concreti per certi versi epocali destinati a restare nella nostra storia”, conclude.

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