Berlusconi: “No a leggi contrarie ai valori cristiani”

Berlusconi (foto LaPresse)

ROMA – Il Parlamento non dovrebbe approvare alcuna legge ”contraria e negativa” rispetto ai ”valori della tradizione cristiana”. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi torna ad affrontare così il tema del ‘testamento biologico’, al centro di uno scontro politico tra maggioranza e opposizione in Parlamento.

Il premier, ricordando la figura di Papa Wojtyla a due giorni dalla beatificazione, ribadisce l’auspicio che ci sia un impegno compatto a favore di un provvedimento, su cui – come scrisse nella lettera ai deputati del Pdl – ”non solo il Governo ha preso posizioni chiare e coraggiose, ma io personalmente mi sono adoperato ed esposto con assoluta convinzione”. Una convinzione che però torna ad alimentare lo scontro politico.

”Le parole del presidente del consiglio – dice la deputata democratica Donata Lenzi – dimostrano il cinismo di chi non esita a mercanteggiare e strumentalizzare i temi etici per finalità elettorali”. Sono, insomma, ”parole poco laiche, irrispettose della libertà delle persone e poco credibili che dimostrano tutta la strumentalità di questa operazione”, rincara.

E’ invece ”l’ennesimo raggiro del governo” per Antonio Di Pietro che stigmatizza come il governo voglia ”far credere ai cittadini, a quindici giorni dalle elezioni, che si sta occupando della famiglia, della vita, della salute degli italiani”. Ma l’imminenza della beatificazione di Giovanni Paolo II, sembra fermare qua la polemica per lasciare spazio al ricordo di una figura storica e spirituale che non lascia margini, almeno nella politica italiana, a distinguo di sorta.

Il premier, che domenica sarà presente alla cerimonia in piazza San Pietro, sottolinea il ”legame” che ebbe con il pontefice polacco: un ”Papa universale, attivissimo”, un Papa ”molto innovativo”, ”un Papa forte” che è stato in grado di ”cambiare la storia del mondo”, che ”ha dato il coraggio” e un ”un forte contributo alla caduta del comunismo” nell’Est Europa.

Dello stesso tenore il ricordo di Massimo D’Alema ”primo presidente del consiglio che era stato comunista incontrava il Papa venuto dall’est”, come ha sottolineato lo stesso dirigente del Pd. ”Ricordo l’incontro come uno dei momenti più emozionanti della mia esperienza politica ed umana”, aggiunge D’Alema rivelando che nel colloquio privato il Papa ”mi prese tutte e due la mani, mi guardò negli occhi con grande intensità e volle parlare di quello che nessun giornale aveva annunciato: volle parlare del mondo e della sua preoccupazione che caduto il comunismo, lui che aveva contribuito ad abbatterlo, non ci fosse abbastanza impegno per la giustizia sociale”.

Attestati di affetto verso Giovanni Paolo II sono giunti oggi da tutte le parti politiche. Da cattolici e non cattolici. Alla prima categoria appartiene certo Pier Ferdinando Casini, che ricorda come ”un’atto d’amore verso l’Italia” la visita di Wojtyla alla Camera nel 2005. Una ”figura irripetibile”, che ”ha fatto la storia”, aggiunge il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta che il Papa lo ha ricordato presentando un francobollo e una medaglia a lui dedicata. Parole di stima vengono anche dal ministro dell’Economia,

Giulio Tremonti, che definisce il suo messaggio assolutamente attuale. Ma anche i ricordi del premier – in diversi messaggi radio e tv – continuano fino a fargli dire che era facile capire che il Papa ”fosse un Papa speciale, un Papa ‘Santo”’ e che lo ”si avvertiva in ogni incontro con lui”. In una giornata ‘bipartisan’ Antonio Di Pietro e’ il solo che non rinuncia a polemizzare con il premier: ”fa bene Berlusconi ad esaltare ed osannare papa Wojtyla – dice – ma farebbe meglio anche a seguirne le raccomandazioni e l’esempio, e non invece ad utilizzare la sua beatificazione a fini elettorali a reti unificate”.

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