Berlusconi: “Non ha senso anticipare il voto nel Lazio”. Molto rumore per soli 20 giorni

Gasparri si era tanto agitato e insieme a lui tutto o quasi il Pdl del Lazio: volevano elezioni subito, in fretta, domani, al massimo a gennaio 2010. A spegnere la frenesia elettorale ci ha pensato proprio Silvio Berlusconi: «Credo che le elezioni per il rinnovo del Consiglio Nazionale del Lazio debbano tenersi alla data stabilita insieme con quelle delle altre regioni. Anticiparle non avrebbe senso».

Infatti non aveva senso ed era contro buon senso: “l’anticipo” avrebbe significato votare l’otto marzo 2010 invece che il 28. Venti giorni di differenza in nome dei quali Gasparri aveva minacciato di denuncia chiunque avesse rilasciato un certificato medico a Marrazzo. Venti giorni, questo era il risultato possibile della grande campagna del Pdl laziale contro la melina del centro sinistra. Venti giorni, non ha senso e non ne vale la pena, lo ha detto Berlusconi, lo sapeva chiunque sapesse far di conto e conoscesse i tempio e le regole con cui si scioglie un Consiglio regionale, si fa la campagna elettorale e poi si vota.

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