ROMA – Berlusconi, legittimo impedimento respinto. La Corte Costituzionale ha respinto l’istanza presentata dagli avvocati di Berlusconi.
Consulta, rischiatutto Berlusconi: nel 2014 sarà onorevole?
In gioco c’è la sua carriera politica: tre erano i risultati possibili, vittoria, sconfitta e pareggio. Passiamo in rassegna quelli che erano gli scenari a seconda del diverso esito della sentenza.
La Consulta accoglie il ricorso: Berlusconi sarà prescritto e salvato. Per la Corte Costituzionale, il Tribunale di Milano sbagliò a non riconoscere il legittimo impedimento dell’allora presidente del Consiglio Berlusconi a presentarsi a un’udienza perché impegnato in un Consiglio dei Ministri: per questo la Consulta ha accolto il conflitto contro la decisione del Tribunale intentato dalla Presidenza del Consiglio. Ora la prescrizione è più vicina e salvo il seggio di senatore. La legge sull’incandidabilità, infatti, varata dal governo Monti sarebbe scattata automaticamente in caso di conferma in Cassazione della sentenza di condanna di Berlusconi in Appello nel processo Mediaset. Come noto, Berlusconi è stato condannato in due gradi di giudizio a 4 anni di reclusione, più 5 di interdizione dai pubblici uffici per la vicenda della compravendita di diritti televisivi.
Manca appunto l’ultimo grado di giudizio, quello della Cassazione che a questo punto si allontana con l’annullamento dell’attività istruttoria dell’udienza del 1° marzo 2010. La prescrizione scatta nella primavera 2014, Berlusconi manterrà il seggio e soprattutto avrà scongiurato la fine certa, per via giudiziaria, della sua carriera politica.
La Consulta boccia il ricorso: Berlusconi. Anche la Corte Costituzionale ritiene infondata la richiesta di legittimo impedimento avanzata nel 2010 dalla Presidenza del Consiglio nel processo Mediaset sulla compravendita dei diritti televisivi. Berlusconi, già condannato in due gradi di giudizio a 4 anni di reclusione più 5 di interdizione dai pubblici uffici, vede approssimarsi la sentenza definitiva della Cassazione: in autunno, se confermata, non sarebbe più candidabile, grazie alla legge varata dal governo Monti. Non candidabilità significa la fine politica del Cavaliere, con conseguente fine prematura del governo delle larghe intese (Maurizio Gasparri ha già annunciato : “Interdetto? Ci dimettiamo tutti”)
La Consulta rinvia alla Cassazione. La Corte Costituzionale rimanda la palla avvelenata sul legittimo impedimento alla Cassazione: sentenza interlocutoria (o pilatesca a secondo dei gusti) che delega ai giudici della Cassazione il compito di valutare in concreto in quale misura riaprire il processo. Trattandosi di un giudizio sulla procedura e non sul merito, i magistrati della Corte Costituzionale, investiti sul conflitto fra poteri sollevato dalla Presidenza del Consiglio (marzo 2010) contro il Tribunale di Milano che non gli riconobbe il legittimo impedimento, lasciano il compito di decidere alla Cassazione. Lo spettro dell’incandidabilità si allontana anche perché la Cassazione potrebbe annullare l’attività istruttoria dell’udienza incriminata del 1 marzo 2010, annullare l’intero processo, prender tempo facendo scattare il termini della prescrizione.
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