Berlusconi allarga il Pdl: venti nuovi arrivi, anche Fioroni del Pd nel mirino

Incassata la fiducia alla Camera e al Senato, Berlusconi punta ad allargare il Pdl di “almeno 20 unità”. Nella lista, oltre ad alcuni esponenti di Fli ci sono anche un paio di parlamentari del Pd cattolici e vicini a Giuseppe Fioroni. L’ex ministro dell’Istruzione è stato tirato in ballo per i suoi colloqui con il ministro Maurizio Sacconi e ha smentito, parlando di “balle spaziali”. Ma i colloqui sono stati poi smentiti.

Dopo Catone, Polidori, Moffa e Siliquini, ora il Pdl prova il colpo grosso, per allargare il centrodestra. Nei venti i nomi, da sottrarre all’opposizione, sei sarebbero già sicuri. Si tratta di esponenti finiani e del gruppo misto. L’operazione del Pdl mira non tanto a un passaggio nel proprio gruppo ma alla formazione di un’area intermedia, magari proprio nel gruppo misto, che non voti con l’opposizione. Gli obiettivi non sono tanto puntati sull’Udc, nella speranza che ci possa essere ancora un rapporto più organico.

Nella lista ci sarebbero Lucio D’Ubaldo, Tino Iannuzzi, Alfonso Andria e Stefano Graziano. Nomi vicini a Fioroni, nomu in bilico che varrebbero doppoi: tolti all’opposizione e messi nel Pdl o affini.

L’elenco dei soggetti “a rischio” nel Fli è lungo. Tra i più esposti Carmine Patarino e Egidio Digilio, ma anche Gianfranco Paglia, Luca Bellotti, Francesco Proietti Cosimi, Claudio Barbaro, Giuseppe Consolo. Bellotti non concede margini: “Per Fini sono disposto a buttarmi nel fuoco”. Qualche abboccamento con Berlusconi c’è stato: “Mi ha chiamato prima del voto, ma è finita lì”.

Neanche Giuseppe Consolo tentenna: “Per me c’è un nome solo: Gianfranco Fini. Ora più che mai”. Gradisce meno Italo Bocchino: “Un ottimo collega ma a volte si fa prendere la mano. Forse ne servirebbe uno più moderato”. Gianfranco Paglia, finiano e medaglia d’oro al valor militare in Somalia, dove ha perso l’uso delle gambe, non ammette repliche: “È più facile che torni a camminare piuttosto che abbandoni Fini”.

Gestione cookie