Dall’ingorgo Berlusconi esce “libero” dal processo Mills

Pubblicato il 31 Gennaio 2012 - 11:29 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi (Lapresse)

ROMA – E’ un ingorgo quello del processo Mills, fatto di una tabella di marcia fitta, dove la prescrizione sembra sempre più vicina. Così molto probabilmente per l’ex premier Silvio Berlusconi una sentenza non verrà pronunciata e l’ex premier uscirà “libero” dal groviglio legale.

Dopo la richiesta da parte della Procura Generale di dichiarare inammissibile o di respingere la ricusazione del collegio proposta da Berlusconi, a mettere a rischio l’arrivo del verdetto prima che il reato in base ai conti del Tribunale sia prescritto, è la prima Corte d’Appello. I giudici infatti hanno fissato entro metà febbraio una Camera di consiglio per discutere nel merito l’istanza dell’ex premier, che così è diventata automaticamente ammissibile.

La sentenza del processo Mills arriverà? Berlusconi è finito sul banco degli imputati per aver versato 600 mila dollari al legale inglese in cambio di testimonianze reticenti nei processi All Iberian e per le tangenti alla Guardia di Finanza.

Il verdetto, secondo il programma dei giudici della decima sezione penale fissato giovedì scorso,  sarebbe dovuto arrivare l’11 febbraio e che ora, per via della ricusazione, slitta ancora. I giudici della prima sezione della Corte d’Appello di Milano (presidente Marta Malacarne) avranno cinque giorni di tempo, dopo l’udienza camerale, fissata per il 18 febbraio, per decidere se accogliere o meno l’atto di ricusazione.

Il vero rebus è la prescrizione: secondo i conti degli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo arriva presto; per il Tribunale, tra il 15 e il 17 febbraio, per altri al più tardi tra il 18 e il 19 febbraio, mentre, stando al capo di imputazione, cadrà a maggio.

C’è chi sostiene che, per via della ricusazione, i termini della prescrizione si bloccano alla soglia della camera di consiglio (non si può emettere sentenza), e chi invece sostiene che continuano a decorrere senza alcuna sospensione. Ma proprio la decisione del collegio Vitale-Interlandi-Lai, che cinque giorni fa ha tagliato tre testi della difesa e fissato per domani l’esame di Berlusconi appellandosi alla ragionevole durata del processo e all’ imminente prescrizione, ha portato l’ex premier a chiedere la ricusazione dei tre giudici.

Le contestazioni: ”anticipato giudizio”, istruttoria dibattimentale ”a senso unico” dovuta all’audizione dei testimoni indicati solo dal pm e, considerando inutili le prove portate dalla difesa, convinzione della ”colpevolezza dell’ imputato”. Un’istanza di ricusazione che l’avvocato generale Laura Bertole’ Viale, nel suo parere, ha chiesto alla Corte d’Appello di dichiarare inammissibile o respingere: nessuna anticipazione di giudizio ma esercizio delle proprie funzioni e ”dovere di portare a termine un processo” prima che venga sepolto dalla prescrizione. Ma nel pomeriggio dalla Corte d’appello è trapelato: nessuna decisione de plano, si fissa una camera di consiglio entro la meta’ di febbraio. Dunque la ricusazione è automaticamente ammissibile e il processo rimarrebbe “salvo” se, come si sostiene, la prescrizione del reato scattasse a maggio.