ROMA – E’ il processo a Silvio Berlusconi che più di ogni altro ha fatto il giro del mondo quello sul Rubygate e del quale per oggi è attesa la sentenza. Sempre sulle prime pagine della stampa italiana, ha conquistato anche i mass media internazionali, da Al Jazeera alla tv australiana, dai quotidiani del Sud America a quelli del sudest asiatico. Alle accuse che i pm di Milano gli hanno contestato, la concussione e la prostituzione minorile, Berlusconi ha risposto con il metodo di sempre, accusando i magistrati di essere”faziosi” e ”prevenuti”, colpevoli soprattutto di avere minato la sua immagine privata. Tant’è che ha presentato in Cassazione una richiesta di trasferire il dibattimento a Brescia. E per rivendicare la fine della sua ”persecuzione giudiziaria”.
Qualche giorno prima del deposito dell’istanza di trasferimento, molti parlamentari del Pdl hanno inscenato una manifestazione a palazzo di giustizia, nel tentativo di fare irruzione dell’aula che è stata teatro del Rubygate. A ciò si aggiungono i parecchi stop and go e scontri tra accusa e difesa culminati quando la macchina processuale si è fermata per via dei legittimi impedimenti fatti più o meno valere a causa di una infezione agli occhi, l’uveite.
L’inchiesta al centro del processo cominciato il 6 aprile del 2011 ha preso il via dopo la famosa notte in Questura quando, tra il 27 e il 28 maggio 2010, Karima El Marough, in arte Ruby Rubacuori, venne fermata per un furto di 3 mila euro. Berlusconi, che si trovava a Parigi, telefonò’ al capo di gabinetto, Pietro Ostuni, spiegandogli che la ragazza gli era stata indicata come nipote del presidente egiziano Mubarak e che sarebbe arrivata Nicole Minetti, all’epoca consigliere regionale, per prenderla in affido. Cosa che avvenne nonostante il pm dei minori Annamaria Fiorillo avesse disposto il suo collocamento in una comunità. Pochi giorni dopo, però, la giovane marocchina ricoverata in ospedale a causa di una lite con Michele Conceicao, finì davvero in una struttura protetta. Da qui l’apertura dell’inchiesta.
Al centro della vicenda ci sono i presunti festini a luci rosse ad Arcore ai quali avrebbe partecipato anche la giovane che, non ancora maggiorenne, avrebbe fatto sesso in cambio di denaro e altre utilità con l’ex capo del Governo. Il quale per evitare che tutto ciò venisse a galla, quando Karima venne fermata, telefonò a Ostuni per ottenere, questa la ricostruzione degli inquirenti, che venisse rilasciata. Il 14 gennaio 2011 i pm, in contemporanea a una raffica di perquisizioni negli appartamenti, concentrati nel residence di via Olgettina, delle ospiti a Villa San Martino, hanno recapitato a Berlusconi un invito a comparire e il 9 febbraio, non essendosi presentato, sulla base di ”prove evidenti”, hanno chiesto il processo con rito immediato.
Il 15 febbraio gip Cristina Di Censo lo ha mandato a giudizio per entrambi i reati. Meno di due mesi dopo, il 6 aprile del 2011, è cominciato il dibattimento e il legale di Ruby ha annunciato che la ragazza non si sarebbe costituita parte civile perchè riteneva di non aver subito alcun danno. Il 19 ottobre del 2012 Silvio Berlusconi si è presentato in aula per dichiarazioni spontanee: ”E’ mostruosa l’opera di diffamazione nei miei confronti e nei confronti delle mie ospiti. Ho letto la mia condanna già decisa”. Dopo una serie di interruzioni, anche per le elezioni, il 13 maggio la conclusione della requisitoria e la richiesta di condanna a sei anni di carcere, altrettanti di interdizione legale e interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il 3 giugno l’arringa difensiva per sostenere l’innocenza di Berlusconi. Oggi, salvo colpi di scena, sarà il giorno della sentenza.
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