Berlusconi: “Pronti a votare Iva e legge di stabilità”

Berlusconi: "Pronti a votare Iva e legge di stabilità"
Berlusconi: “Pronti a votare Iva e legge di stabilità”

ROMA – Legge di stabilità e stop all’Iva Berlusconi è pronto a votarli “se utili al Paese”. Il leader del Pdl, dopo aver aperto la crisi di governo, in un messaggio online spiega le dimissioni dei suoi ministri ma precisa: “Se il governo proporrà una legge di stabilità realmente utile all’Italia, noi la voteremo. Se bloccheranno l’aumento dell’Iva senza aumentare altre tasse noi lo voteremo. Se, come si sono impegnati a fare, taglieranno anche la seconda rata Imu, noi voteremo favorevolmente”.

E scarica la responsabilità sull’ex alleato: “Nelle ultime settimane abbiamo avuto un governo capace solo di rinviare di proporre il blocco dell’Iva aumentando altre tasse, di tagliare l’Imu solo a metà per ricattare il Pdl e costringerlo a stare al governo, un governo prono rispetto ai diktat dei burocrati dell’Unione europea”.  Perciò l’ultimo atto scelerato: “Abbiamo pazientemente offerto soluzioni a ogni livello istituzionale per evitare di fare precipitare la situazione. Non ci hanno voluto ascoltare”.

“Noi siamo quelli che hanno voluto il governo Monti e il governo Letta, sperando potesse essere un governo di riforme e di pacificazione. So e sappiamo distinguere il reale interesse dei cittadini”, scrive Berlusconi in un messaggio pubblicato on-line. “Noi ci siamo e ci saremo” su stop a Imu e aumento Iva e “su tutte le altre misure utili, come il rifinanziamento della cassa integrazione, delle missioni internazionali, il taglio del cuneo fiscale”, afferma il leader di Fi, spiegando che il suo partito è pronto a votare le leggi economiche che il governo proporrà, se “utili” al Paese.

Ma l’esperienza di governo si conclude inesorabilmente qui, nessun dietrofront: “A chi mi chiede di farmi da parte e accettare con cristiana rassegnazione la mia sorte giudiziaria, presente e futura, dico che lo farei senza esitazione, se ciò fosse utile al Paese”. “Invece -aggiunge – darei il mio avallo a una democrazia dimezzata dove non il popolo ma i magistrati politicizzati decidono chi deve governare, dove i governi sono fatti dai giornali-partito e dalle gazzette delle procure e le leggi riscritte a colpi di sentenze”.

Berlusconi è conscio di aver preso una decisione “dura e impopolare” chiedendo ai ministri Pdl di dare le proprie dimissioni. “Ho previsto tutte le accuse che mi stanno rovesciando addosso in queste ore e anche lo sconcerto di parte del nostro elettorato, preoccupato giustamente della situazione economica e sociale”. “A loro dico di non credere a coloro che da vent’anni hanno bloccato le nostre riforme per cercare di eliminarmi dalla scena politica”. E rivendica di “aver salvato i governi della sinistra negli anni Novanta quando non avevano maggioranza sulla politica estera”.

“Non sono sceso in campo -conclude – non ho messo a repentaglio una vita di lavoro, di successi e di sacrifici per lasciare in queste condizioni il mio Paese”. “Per questo ritengo mio dovere continuare a restare in campo, per offrire una alternativa ai poteri non democratici – perché non eletti dal popolo – che loro sì irresponsabilmente vogliono mettere in ginocchio il nostro Paese”. Tradotto: resto in campo per contrastare la magistratura.

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