Berlusconi, Putin e Gheddafi: affari, gas e quel favore del colonnello agli Usa

Silvio Berlusconi

Nel nome degli affari Silvio Berlusconi ha programmato la sua agenda, prima con l’amico Putin, poi con il colonnello Gheddafi. Uno è il premier russo, l’altro rappresenta la Libia. In mezzo ci sono gli affari e il business del gas. Mentre il Cavaliere nel 2008 si spende in inviti in Costa Smeralda per il leader di Mosca, Gazprom guarda al mercato libico.

Come ricorda Massimo Bordin sul “Riformista”, Berlusconi non è sembrato preoccupato della cosa anzi è convinto che “con Gheddafi abbiamo ottime entrature”.

Tra le rivelazioni di Wikileaks che hanno fatto “tremare” la diplomazia mondiale con i giudizi su tutti i leader è spuntata anche la preoccupazione americana sull’asse Roma-Mosca e su eventuali trattative private sul business del gas.

Ma c’è dell’altro, secondo Bordin c’è un altro episodio chiave: “Nel 2003, almeno secondo Pannella. Entra in scena l’altro colonnello e partner poco raccomandabile di Berlusconi: Gheddafi. È il rais libico che con una delle sue piazzate fa fallire la riunione della Lega Araba che avrebbe probabilmente votato la proposta formale di esilio per Saddam, in accordo col dittatore iracheno. La riunione fallisce e spiana la strada ai carri armati di Rumsfeld e Cheney, che ovviamente dovranno sdebitarsi”.

E ancora: “Infatti la Libia viene tolta poco dopo dalla “black list” americana. Ma Gheddafi non si accontenta e qualcosa toccherà fare per lui anche da parte europea e italiana. Lo scenario, affascinante e soprattutto non privo di qualche pezza di appoggio, andrebbe approfondito. Assestato ideologicamente, con nuovi contatti in Russia e un ruolo di ponte esercitato con la Libia, Berlusconi passa all’incasso nella seconda parte della legislatura che lo vede premier. Nello stesso 2003 il suo primo emissario al Cremlino, che voci di palazzo mai smentite identificano in Marcello Dell’Utri, ottiene sostanziose commesse da Gazprom per alcune aziende municipalizzate leghiste. A tirare le fila del nuovo business arriva però quasi subito un uomo d’affari del nord, Bruno Mentasti, che dalla S. Pellegrino si era spostato a Tele+, prima di occuparsi di energia. Mentasti però smentisce, quanto al gas, di avere il Cavaliere come socio”.

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