Caso Ruby, il Copasir indaga: quelle ragazze in casa di Berlusconi senza controlli

Pubblicato il 17 Gennaio 2011 - 21:41 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Più che il bunga bunga ai membri di opposizione del Copasir interessa il facile accesso alla casa del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per le decine di ragazze di cui si parla nell’inchiesta della procura di Milano. ”Siamo entrate senza alcun tipo di controllo. E’ molto semplice. Dai il tuo nome al citofono ed entri”, si legge in una intercettazione. ”Il premier – insorge Ettore Rosato (Pd) – è ricattabile: venga a riferire al Copasir sulla sua sicurezza personale”.

Intanto, alcune domande saranno fatte giovedì prossimo al sottosegretario Gianni Letta nell’audizione in programma al Comitato. E’ da tempo che il presidente del Copasir Massimo D’Alema chiede che Berlusconi ”come prevede la legge” sia ascoltato dal Comitato e nei giorni scorsi ha anche annunciato che, se dovesse continuare a sottrarsi, solleverà il problema in Parlamento con una mozione o risoluzione. Una richiesta che oggi ribadisce Rosato. ”Gli interessi del Paese – spiega il deputato Pd – sono messi in discussione dagli atteggiamenti ingiustificabili del premier: ora più che mai deve riferire al Copasir sulla sua sicurezza personale”. Si parla, osserva, ”di ragazze che entrano nella residenza di Berlusconi senza alcun controllo. Questo è gravissimo a prescindere da considerazioni etiche o morali, perché espone il presidente del Consiglio al rischio di ricatti: tra quelle signorine potrebbe infatti esserci anche qualche spia inviata da servizi segreti di Paesi stranieri”.

Sul tema sicurezza del premier, Letta ha inviato ai primi di dicembre al Copasir una relazione di poche pagine in cui viene illustrata la modalità di svolgimento del servizio di protezione, curato dall’Aisi, il servizio segreto interno guidato dal generale Giorgio Piccirillo. Si tratta di un dispositivo complesso che assicura la tutela di Berlusconi in ogni suo spostamento e nelle permanenze nelle sue case, considerate ‘sedi del governo’, formato da una trentina di uomini suddivisi in due turni settimanali, in parte provenienti dai reparti speciali, come Gis e Nocs. Il 19 settembre 2008 la responsabilità della sicurezza del premier è stata attribuita all’Aisi. In precedenza gli ‘angeli custodi’ di Berlusconi facevano capo al Dis (Dipartimento informazioni per la sicurezza).

La relazione di Letta, disse D’Alema, ”meriterebbe un approfondimento anche attraverso le audizioni dei Letta e dei vertici dei servizi”. Anche per Rosato, il documento del sottosegretario ”non e’ sufficiente. Le procedure che regolano la sicurezza di Berlusconi – aggiunge – sono sicuramente corrette, ma se non vengono rispettate dal presidente, come appare evidente dalle ultime vicende, c’e’ un problema e giovedi’ chiederemo conto anche di questo a Letta che verra’ in audizione”.