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Le ragazze di Arcore, Ruby: “Berlusconi mi dice di raccontare cazzate. Io voglio 5 milioni”

di Elisa D'Alto |17 Gennaio 2011 23:26

Ruby

Le carte tanto temute da Berlusconi sono arrivate sul tavolo dei parlamentari e sono diventate in un baleno di dominio pubblico. Sono carte scottanti che fanno emergere un paesaggio morale desolante, popolato di ragazze, anche minorenni, pronte a tutto pur di soddisfare le voglie di un uomo anziano in posizione di massima responsabilità. Berlusconi e Ruby, Ruby e Berlusconi, non si parla d’altro. Legati a filo doppio, come dimostra un’intercettazione tra le tante.

Ruby: “Voglio 5 milioni”. ”Non siamo preoccupati per niente perché Silvio mi chiama di continuo. Mi ha detto ‘cerca di passare per pazza, racconta cazzate”’. ”Il mio caso è quello che spaventa tutti e sta superando il caso della D’Addario e della Letizia. Io ho parlato con Silvio e gli ho detto che ne voglio uscire con qualcosa: 5 milioni. Cinque milioni a confronto del macchiamento del mio nome…”. ”Lui mi ha chiamato – racconta ancora Ruby a Sergio Corsaro – dicendomi ‘Ruby, ti do quanti soldi vuoi, ti pago, ti metto tutto in oro, ma l’importante è che nascondi tutto. Non dire niente a nessuno”.

Sono parole di Ruby, contenute nelle intercettazioni arrivate alla Giunta per le autorizzazioni della Camera. La ragazza stava parlando con Sergio Corsaro, suo ex fidanzato.

“Frequento casa sua da quando ho 16 anni, ma ho sempre negato tutto” per ”salvaguardarlo”. Chi parla in questa intercettazione, ancora Ruby o addirittura un’altra minorenne? La questione delle serate di Arcore potrebbe complicarsi ulteriormente: la conversazione intercettata è tra una certa ‘Ru.’ e una certa ‘Poiana’. Così, racconta una delle due ragazze, ”Io ho negato tutto e ho detto ‘no’, che sono andata a casa sua, ma lui pensava che fossi maggiorenne, pensava che avessi 24 anni anche perché non li dimostro. Poi, dopo che ha scoperto che ero minorenne mi ha buttato fuori di casa” perché, aggiunge, ”io sto cercando di salvaguardare lui, così a me torna in tasca qualcosa…”.

“In quelle feste c’erano orge”. E ancora, stavolta a parlare è un uomo, testimone di quelle serate: ”C’erano orge lì dentro non con droga, non mi risulta. Ma bevevano tutte mezze discinte. Berlusconi si è messo a cantare e a raccontare barzellette. Loro tre (Berlusconi, Mora e Fede) e 28 ragazze. Tutte ragazze che poi alla fine erano senza reggipetto solo le mutandine strette…”.

Il quadro ricostruito dalle intercettazioni è “desolante” secondo una delle definizioni uscite di bocca alle fanciulle protagoniste di quelle notti. Serate “allucinanti”, ragazze pronte a tutto nelle feste dove “succedono cose che non puoi immaginare”. Eccole le voci di Arcore, i temuti racconti che il premier Berlusconi ha in tutta fretta cercato di minimizzare, smentendo prima di tutto il sesso a pagamento e poi cercando il colpo a effetto, parlando di una misteriosa fidanzata, una donna che lo accompagna da tempo anche in quelle serate e che mai avrebbe accettato festini a base di escort. Questo diceva domenica in un video-messaggio.

“Non puoi immaginare cosa succede lì”. E lo diceva in attesa del piatto forte: gli stralci delle conversazioni delle ragazze, ignare delle orecchie degli inquirenti. ”E’ allucinante. Non sai. Lo chiamano tutte ‘amore’, ‘tesorino’. Non puoi nemmeno immaginare quello che avviene lì… Nei giornali dicono molto meno della verità anche quando lo massacrano”. ”O sei pronta a tutto oppure prendi il taxi e te ne vai”.

E in vista di oggi, quando le voci delle ragazze sarebbero arrivate ai giornalisti, Berlusconi ha preparato la difesa. Proprio perché sapeva cosa c’era scritto: anche lui ha letto le conversazioni quando i magistrati gli hanno notificato l’invito a comparire in aula, con le accuse di prostituzione minorile e concussione.

Gli spogliarelli. Secondo quanto scrive l’Espresso un’altra ragazza, B.V., spiega invece che durante la cena “le ragazze si denudavano e rimanevano a seno nudo. Una volta spogliate, a turno andavano verso Berlusconi seduto sul divanetto” per “strusciarsi su di lui” e farsi “toccare”. Secondo alcune ragazze, anche Nicole Minetti faceva spogliarelli e, a volte, si travestiva da uomo. Altri dettagli riguardano “alcune ragazze mezze nude” che ballavano “vicine vicine”, in atteggiamenti “lesbici”. Era a questo punto che “Berlusconi le sceglieva”.

Nicole Minetti con Emilio Fede. Ancora dall’Espresso si leggono stralci di intercettazioni tra Nicole Minetti ed Emilio Fede. La Minetti dice: “Pompini a trecento euro. La notte a trecento euro. Maristella l’ha dovuta allontanare. Lavorava con uomini che vomitavano in macchina. L’hanno trovata in macchina con droga e un coltello”. Fede: “Quante hanno letto tutti i messaggi di lui! A una di quelle che c’erano ieri sera gli ho dato di tasca mia 10.000 euro perché aveva delle fotografie scattate col telefonino. Aveva bisogno di soldi”

Ruby, Noemi e “il culo”. Dalle intercettazioni emerge anche una conversazione tra Ruby e l’amico Antonio Passaro. P.A. “Come lo chiami? (Berlusconi, ndr)”. Ruby: “Papi. Noemi è la pupilla, io sono il culo”.

L’autodifesa di Berlusconi. Berlusconi ha parlato di comprensibili esagerazioni, si sa che al telefono siamo tutti un po’ spacconi con gli amici: “Certe frasi pronunciate in tono magari scherzoso, sono completamente diverse quando vengono lette sulla stampa nelle trascrizioni”. Il video messaggio di Berlusconi mira proprio a questo: tranquillizzare, minimizzare.

Se verrà dimostrato che, ammesso che sesso ci sia stato, le ragazze in questione erano tutte maggiorenni e consenzienti, possibilmente entrate e uscite da Arcore di loro sponte, senza che Berlusconi sapesse di eventuali “intermediari”, il reato non c’è. Ritorna la teoria, già sfruttata ai tempi di Patrizia D’Addario, dell'”utilizzatore finale”, secondo la celebre definizione di Niccolò Ghedini.  Ma la preoccupazione di Berlusconi va al potere infamante di queste storie e di questi commenti.

“Entrate senza controlli”. E in altre conversazioni riemerge lo scenario dell’entrata libera ad Arcore, senza controlli: ”Siamo entrate senza alcun tipo di controllo. E’ molto semplice. Dai il tuo nome al citofono ed entri”. Come succede in casa di chiunque, ma non dovrebbe accadere nella residenza del presidente del Consiglio. Un’altra ragazza, sempre descrivendo i festini nella casa del Cavaliere, parla di ”desolazione”. ”Sì, sì – prosegue – l’ho proprio conosciuto per bene. Mi ha presentato a tutti e mi ha dedicato anche una canzone…”.

Maria Rosaria Rossi e il bunga-bunga. E il bunga-bunga torna anche nelle parole di una deputata del Pdl, intercettata al telefono: ”Ma tu stai venendo qui?”, chiede Maria Rosaria Rossi a Emilio Fede. Il direttore del Tg4 risponde che sarà nel luogo dell’appuntamento non prima delle 21-21.15. Poi aggiunge: ”Ho anche due amiche mie…”. ”Che palle che sei – risponde la Rossi – quindi bunga bunga, 2 di mattina, ti saluto…”.

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