Caso Ruby, Berlusconi: “Vogliono farmi fuori: non vedo l’ora di difendermi”

Silvio Berlusconi

“Vogliono farmi fuori”: per la risposta all’affondo della procura di Milano Berlusconi sceglie la stoccata a viso aperto. Nessuno spazio al galateo istituzionale, quello poteva andar bene per accompagnare il brindisi col bicchiere mezzo pieno della sentenza sul legittimo impedimento. Non si aspettava di dover affrontare così presto l’ennesima tempesta giudiziaria. E la parolina elezioni, che tanto spaventa l’intero arco parlamentare, ha ripreso a circolare. Berlusconi è stato netto nell’annunciare la sua linea di difesa: Non vede l’ora di andare in tribunale a difendermi”. Non è difficile prevedere che quello sarà il segnale del rompete le righe in Parlamento: l’aula di Tribunale è il palcoscenico perfetto (e già sperimentato con successo) per l’esordio in grande della campagna elettorale di una vittima sacrificale di un potere giudiziario accecato dall’odio politico.

“Accuse assurde, è incredibile che i pm perdano tempo e risorse su questo. Non credo, e per questo la nostra maggioranza aveva voluto quella legge (il legittimo impedimento, ndr), non credo che serva al paese una continua guerra fra la politica e una parte della magistratura”, ha detto.

“Mi aspettavo francamente che dopo la sentenza della Corte, per ricominciare, attendessero almeno una settimana. Invece i Pm di Milano non hanno resistito e la sera stessa mi hanno mandato il loro biglietto di auguri per il nuovo anno e per l’occasione si sono inventati il reato di ‘cena privata a casa del Presidente’. Ho dedotto che sono invidiosi e che mi fanno i dispetti per non essere stati invitati anche loro”. Il presidente del Consiglio ha parlato in un messaggio ai Promotori della Libertà.

Vogliono farmi fuori. ”Sono gli stessi numeri a denunciare la persecuzione politico-giudiziaria a cui sono stato e sono sottoposto con l’evidente finalità di farmi fuori, essendo io considerato, da parte della sinistra e dei suoi giudici, un ostacolo insuperabile e quindi da eliminare con ogni mezzo per il raggiungimento del potere”.

”Sono sceso in campo per servire il Paese è in atto una evidente persecuzione politica da parte dei magistrati di sinistra sostenuti dalla sinistra politica, una persecuzione che si è articolata su 105 indagini e in 28 processi, il record assoluto credo di tutta la storia dell’uomo in qualunque paese del mondo. Questi processi hanno impegnato i miei difensori in 2.560 udienze, con più di 1.000 magistrati intervenuti con un costo, per me, di oltre 300 milioni di euro in avvocati e consulenti e credo con un costo di pari importo per lo Stato e quindi per i contribuenti” ha detto il Premier.

Democrazia a rischio. ”Se volessi prendere sul serio un’iniziativa che seria in realtà non è, direi che si è superato ogni limite e che alcuni magistrati che non potrebbero neppure indagare per ragioni di competenza funzionale e territoriale stanno tentando di sovvertire le regole fondamentali della democrazia”.

I giornali raccontano – purtroppo – soprattutto pettegolezzi e svolgono sempre più spesso un’opera di disinformazione”.

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