Berlusconi e Ruby “nipote” di Mubarak: nelle carte dei pm il disappunto dell’ambasciata egiziana

Ruby

MILANO – Per mesi ci si è interrogati su cosa avrà pensato l’ex presidente egiziano Mubarack di essere stato tirato in ballo da Silvio Berlusconi come parente dell’allora minorenne Ruby Karima nella famosa telefonata alla Questura di Milano la notte tra il 27 e 28 maggio. Ora, secondo ‘Il Corriere della Sera’, nelle carte in mano ai pm di Milano che indagano sul caso Ruby, c’è annotato il disappunto dell’ambasciata egiziana. Non solo. In alcuni passaggi è chiaro che la stessa ambasciata chiude l’argomento, confermando che mai i diplomatici di Mubarak furono allertati per quell’arresto di Ruby, il che fa “scricchiolare” la linea difensiva di Berlusconi.

Nelle carte depositate agli atti dai pm, scrive il ‘Corriere della Sera’, c’è una richiesta dei pm alla polizia giudiziaria di provare a verificare che fondatezza potessero avere le notizie di stampa che a fine ottobre 2010 avevano attribuito all’ambiente diplomatico egiziano a Roma fastidio e disappunto per l’attribuzione di quella parentela tra Mubarak e Ruby da parte di Berlusconi.

Alla richiesta dei pm, scrive ‘Il Corriere della Sera’, la polizia giudiziaria risulta aver risposto nella stessa giornata del 15 marzo, contattando Hatem Abdelkader, che a Roma è il capo ufficio stampa dell’Ambasciata d’Egitto in Italia. E il funzionario della missione diplomatica avrebbe spiegato che “sull’argomento non sono state inoltrate altre comunicazioni” successive e diverse dal messaggio protocollato con il numero 87/2010 e datato 28 ottobre 2010 nel quale “l’Ambasciata voleva esprimere il proprio profondo rammarico per il fatto che” nella vicenda fosse stato “inserito il nome del Presidente della Repubblica Araba d’Egitto Mohamed Hosni Mubarak», accostato a «una notizia da respingere e senza alcun fondamento di verità”.

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