Berlusconi, Salvini: duello per il primato. Ma chi premier? Nessuno dei due Berlusconi, Salvini: duello per il primato. Ma chi premier? Nessuno dei due

Berlusconi, Salvini: duello per il primato. Ma chi premier? Nessuno dei due

Berlusconi, Salvini: duello per il primato. Ma chi premier? Nessuno dei due
Berlusconi, Salvini: duello per il primato. Ma chi premier? Nessuno dei due

ROMA – Berlusconi, Salvini: duello per il primato. Ma chi premier? Nessuno dei due. Il primo non può farlo il capo del governo, se non per interposto Tajani. Il secondo è l’ultimo al mondo che può fare il presidente di un governo di coalizione, perfino Renzi avrebbe più chance di lui nel formare una alleanza, il che è tutto dire.

Tra dieci giorni, ora più ora meno, sapremo chi avrà ottenuto il favore delle urne e degli elettori. E’ il momento del rush finale: i 5Stelle preparano la loro lista di governo che hanno promesso di rendere pubblica prima del voto, il centrosinistra litiga come sempre con se stesso e il centrodestra litiga anche lui, ma su chi sarà il suo premier. Silvio Berlusconi o Matteo Salvini, è questo l’eterno duello in una battaglia il cui esito non è, in realtà, nelle mani dei duellanti. Chi prende più voti tra Forza Italia e la Lega indicherà il premier, dicono i due. In realtà l’incarico viene e sarà affidato però non a chi prende più voti, ma a chi ha più possibilità di formare una maggioranza e quindi un governo stabile.

Salvini? Lo vedrei bene al Viminale, come ministro dell’Interno”, ha detto Berlusconi interrogato sulla questione ‘chi sarà premier per il centrodestra. “La Lega – ha risposto Salvini – prenderà un voto in più di tutti gli altri del centrodestra e da presidente del Consiglio avrò l’onore e l’onere di scegliere i ministri. Farei fare il ministro a Berlusconi: non vedo l’ora di far fare il ministro a persone competenti settore per settore”. Il classico caso di una poltrona per due che i duellanti hanno promesso di far decidere alle urne. Scegliendo come soluzione quella di dare onere e soprattutto onore dell’indicazione del candidato premier a chi tra i due partiti prenderà più voti. Ovviamente supponendo e sperando di ottenere, insieme, la maggioranza.

“Gli ultimi sondaggi dicono che siamo 4 punti avanti alla Lega”, ha rassicurato Berlusconi a Radio Capital con la stessa sicurezza con cui il segretario del Carroccio sostiene che sarà lui il prossimo inquilino di Palazzo Chigi. E se anche la sicurezza di Salvini sembra meno fondata e più d’incoraggiamento rispetto al suo alleato-rivale, non saranno né loro né le urne a scegliere l’uno o l’altro. Sarà, come prevede la Costituzione, il Presidente della Repubblica tenendo conto certo del numero di voti, ma non solo di quello. E nulla esclude che a spuntarla possa essere il classico ‘terzo incomodo’, magari quell’Antonio Tajani che piace a Berlusconi e certo non dispiace all’Europa.

L’art.92 della Costituzione disciplina la formazione del Governo con una formula semplice e concisa: “Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri”. Ma su quali basi sceglie il Presidente della Repubblica chi nominare primo ministro? Lo spiega il sito del governo scrivendo che sarà nominato il “potenziale Presidente del Consiglio in grado di formare un governo che possa ottenere la fiducia dalla maggioranza del Parlamento”.

Non a chi prende più voti quindi e qui, sulla base di queste informazioni, le possibilità di diventare premier di Matteo Salvini calano drasticamente. E’ infatti oggettivamente più difficile che il profilo di Salvini possa coagulare attorno a sé una maggioranza più ampia di quella che formerebbe Berlusconi o meglio ancora l’attuale presidente dell’Europarlamento, un profilo certo in grado di ‘interessare’ molti cosiddetti moderati e che risponde proprio al nome di Tajani. “Come presidente del Consiglio potrebbe far valere gli interessi dell’Italia in Ue, dove è molto stimato”, dice di Tajani l’ex premier ed ex cavaliere, “c’è bisogno di un’Italia stabile e noi abbiamo bisogno di un’Europa amica”. “Nessun veto”, sussurra Salvini. Così mentre Berlusconi e il segretario della Lega continuano la loro battaglia, qualcun altro si prepara a raccoglierne i frutti.

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