ROMA – Silvio Berlusconi prima incontra i suoi fedelissimi, organizza un mini vertice sul rimpasto alla presenza di Fabrizio Cicchitto e Denis Verdini. A loro ha chiesto se rompendo con l’ex ministro dello Sviluppo Claudio Scajola la maggioranza può reggere. Ecco il nodo è questo, capire che ruolo dare a Scajola e tenere buono il Pdl. Poi vede il diretto interessato a Palazzo Grazioli, dopo l’annunciata intenzione dell’esponente pidiellino di formare gruppi autonomi, gli ”azzurri per la libertà”.
A molti infatti le manovre del presidente del Consiglio non piacciono e c’è chi lo invita alla cautela anche se già circolano i primi nomi: Saverio Romano al ministero dell’Agricoltura e Giancarlo Galan passerebbe alla guida della Cultura. Altri si sarebbero già fatti avanti: da Calearo a Scilipoti, da Misiti a Cesario. Romano, dei “responsabili” è stato a colloquio da Berlusconi per mezz’ora prima di Scajola.
«Tappato un buco se ne apre subito un altro, roba da matti», racconta così il Giornale lo sfogo di un parlamentare Pdl che però sarebbe rimasto «Critiche in parte condivisibili ma il disegno di Scajola è un altro». E che fare sull’ipotesi gruppi autonomi? «Per fare che?Per votare contro il governo? », sarebbe questa la domanda risposta che circola nel partito.
Alla fine, dunque, cosa succederà con Scajola. Secondo il Giornale «nulla: Verdini non si tocca, La Russa non si tocca, Cicchitto non si tocca, Gasparri men che meno. E Bondi? I rumors di Transatlantico dicono che il potente politico di Imperia si vedrebbe bene proprio al posto del triumviro Pdl, nella cogestione del partito. In alternativa, Scajola potrebbe affiancare i tre coordinatori nell’organizzazione della macchina del partito in vista delle prossime amministrative».