Berlusconi scisso. Sì a governo, via Imu. Ma anche attenti a Euro e rating

Berlusconi scisso. Sì a governo, via Imu. Ma anche attenti a Euro e rating
Silvio Berlusconi e Enrico Letta (foto Lapresse)

ROMA – Silvio Berlusconi pensa al governo e pensa all’Europa. Da un lato deve sostenere le politiche del governo, dall’altro è sempre più convinto che stare nell’Euro sia un boomerang per l’Italia. Parla di un Berlusconi scisso il retroscena di Francesco Verderami sul Corriere della Sera.

Paradossalmente, nonostante il fermento che attraversa in questi giorni l’atipica maggioranza (anche e soprattutto per vicende che riguardano proprio Berlusconi), il leader del Pdl sembrerebbe attanagliato da pensieri europei.

Verderami attribuisce a Berlusconi questo pensiero:

I dati segnalano che l’Unione è in caduta libera. D’altronde, la Bce non può fare la banca prestatrice di ultima istanza, come succede invece negli Stati Uniti e in Giappone, la Germania è contraria a una politica inflazionistica che sarebbe gestibile… Ma così non si regge

Attenzione a quello che succede in Europa sì, ma sempre con un occhio all’Italia. E la sua vecchia “ossessione” per l’Imu che sarebbe spuntata anche durante l’ufficio di presidenza del Pdl. Più importante della vicenda-Cassazione che tiene banco in queste ore.

Imu da abolire, secondo Berlusconi, non solo e non tanto per mantenere le note promesse elettorali, ma anche in un’ottica di ripresa economica, come scrive Verderami:

L’abolizione dell’Imu, per esempio, non serve solo a rilanciare i consumi ma anche a far ripartire l’edilizia, che è motore trainante per la ripresa. Se poi però gli imprenditori mi dicono che i pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione sono bloccati, e che le banche non garantiscono il credito alle loro aziende, non si va da nessuna parte

Berlusconi, scrive Verderami, apprezzerebbe anche lo sforzo di Enrico Letta, un Letta che però per lui potrebbe fare di più anche se, ammette, “per chiunque sarebbe difficile al suo posto”:

Allora va bene l’iniziativa del governo con le «zone a burocrazia zero» contenute nel «decreto del Fare», ma bisognerebbe agire con vigore per spezzare le catene di uno «Stato che si mostra ostile verso chi fa impresa e viene invece vessato».

Ma l’altro cruccio di Berlusconi è quello di vedere nemici dell’Italia fuori dall’Italia. Nemici che ci renderebbero deboli pur dentro l’Euro. E altri nemici (vedi le agenzie di rating) che non si fanno scrupoli a mettere continuamente il becco nelle vicende economiche di casa nostra. Scrive Verderami:

Se non cambiano le cose, il rischio è di essere costretti a riprenderci la sovranità monetaria nel giro di tre anni». Ecco il motivo della sua preoccupazione, del suo «senso di impotenza», ecco cosa intendeva con quel «così siamo tutti destinati a perdere», che non è riferito solo all’Italia ma all’intera area dell’euro. Serve un cambio di passo a Bruxelles, che può avvenire esclusivamente attraverso un’iniziativa congiunta dei paesi dell’Unione. E serve un’azione rapida, perché — secondo Berlusconi — «oggi l’euro appare a tutti gli effetti una moneta straniera in Italia».

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