Berlusconi sconcertato contro gli ex di An: ‘Dilettanti, ma burocrazia non prevalga’

Pubblicato il 1 Marzo 2010 - 09:33 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Sconcertato, stupito, senza parole: Silvio Berlusconi apprende dell’esclusione della lista provinciale di Roma dei candidati del Pdl alle prossime elezioni regionali del 28 e 29 marzo. Al telefono con la candidata del Pdl, Renata Polverini, cerca di capire. Errore o disattenzione che sia ora la sezione romana del partito è nel caos e il presidente del Consiglio se la prende con i finiani della squadra, con gli uomini di Alemanno, come il coordinatore Vincenzo Piso: «Si credono professionisti della politica, ma sono solo dei dilettanti, avevo chiesto di migliorare la lista, non di boicottarla».

Nei corridoi del partito l’aria è molto tesa, di sospetto, sia nelle file degli ex di Alleanza nazionale sia dei vecchi di Forza Italia. Si rimpallano le accuse, per la gestione della politica, della campagna elettorale, per le scelte “distanti” dallo stile berlusconiano della Polverini.

La candidata resta battagliera e si dice convinta di vincere lo stesso anche perchè «c’è sempre la lista civica». E tuona: «I Radicali ci hanno impedito con la violenza di consegnare le liste. Questo è un attacco a tutta la coalizione e alla democrazia». Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno ha inviato una lettera al presidente della Repubblica per chiedere «che si riconosca a tutti i cittadini di Roma il diritto di voto». L’ «inciampo» del maggior partito della coalizione infatti, avrebbe come primo effetto, in caso di vittoria della Polverini, una possibile maggioranza senza i candidati più autorevoli del Pdl. L’effetto del cartellino rosso ai danni del Pdl produrrebbe una maggiore convergenza dei voti sulle liste degli altri partiti, in particolare Udc e La Destra. E si profilerebbe anche un exploit della la ‘Lista civica per Polverini Presidente.

Ma forse Berlusconi non crede nell’intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per ricucire lo strappo. «Cosa c’entra il presidente della Repubblica in questa vicenda, esiste il Tar e non ci sembra che esistano altre strade», si vocifera nell’équipe del premier. Per il Cavaliere non è possibile che il Pdl, accreditato del 40% dei consensi, venga escluso dalla tornata elettorale, e che «la burocrazia prevalga anche in un caso del genere, così importante».