Berlusconi: “Se il Pd cambia siamo disposti al dialogo sulle riforme”

“Nessuno più di me è predisposto al dialogo. Ma per dialogare è necessario essere in due, e soprattutto avere rispetto dell’avversario, non insultarlo e demonizzarlo come il Pd di Franceschini e di Veltroni ha fatto ogni giorno, e spesso più volte al giorno, contro la mia persona. Se Bersani deciderà di cambiare registro e di concorrere alle riforme importanti per il futuro dell’Italia, il più contento sarò io”. Così Silvio Berlusconi risponde a Bruno Vespa che nel libro “Donne di cuori” (in libreria dal 6 novembre) chiede se sarà possibile avviare con Pierluigi Bersani il dialogo che fu impossibile con Dario Franceschini.

Poi il premier parla della situazione della Lega: “L’alleanza con la Lega è davvero solida, non c’é pericolo di uno sganciamento leghista dalla maggioranza”.

Alla domanda se concedere due Regioni del Nord alla Lega non rischi di ridimensionare il peso nazionale del Pdl, il premier risponde: “La questione è oggi ancora sul tavolo ma se ciò dovesse accadere, certamente no. L’alleanza con la Lega è davvero solida. Non c’é nessun problema nell’individuazione dei candidati alle elezioni regionali anche perché presenteremo in ogni regione del Nord un ticket che indicherà un presidente del Pdl e un vice della Lega e viceversa. Nessun pericolo di sganciamento leghista, dunque. Tra me e Umberto Bossi c’é un patto ormai consolidato fondato anche sull’amicizia e sull’affetto”.

Che cosa risponde a chi comunque le rimprovera di concedere troppo alla Lega?, insiste Vespa. “Con Umberto Bossi ho sempre trovato accordi ragionevoli”. Vespa ricorda a Berlusconi che quando in aprile i giornalisti gli chiesero a Vienna se avrebbe votato a favore del referendum che sposta il premio di maggioranza dalla coalizione alla lista, lui rispose di sì, nonostante la posizione della Lega fosse diversa. “Non ho motivo di cambiare opinione – risponde il presidente del Consiglio – Se il Popolo della Libertà fosse un’impresa e l’amministratore delegato votasse contro gli interessi della sua azienda dovrebbe dimettersi. Ma con la Lega, ripeto, non ci sono e non ci saranno elementi di contrasto”.

Il premier esclude poi che Fini o Bossi pensino a una crisi e a un governo del presidente: ”Lo escludo nel modo più assoluto. Se mai dovesse verificarsi un cambiamento di maggioranza, ma è un’ipotesi che non esiste, ci tengo a dirlo chiaro, sarebbe inevitabile il ricorso ad elezioni anticipate”.

Al di là di visibili differenze caratteriali, il suo rapporto con Fini è quello di sempre? “Sì, certo. Fini si è dimostrato un alleato leale e un politico lungimirante. A lui mi lega un solido rapporto di amicizia e di stima. Anche con i parlamentari che vengono da An il rapporto è ottimo. E’ naturale che la direzione del PdL e l’Ufficio di Presidenza discutano di proposte nuove non incluse nel nostro programma elettorale, come per esempio quella di concedere in anticipo la cittadinanza agli immigrati. Si discute, si vota e la decisione della maggioranza vincola la minoranza”. Anche sui temi etici? “Sui temi etici – ribadisce Berlusconi – il partito assume certo una sua posizione, ma riconoscendo ai singoli parlamentari una piena libertà di coscienza e di voto”.

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