Caso Ruby, D’Alema insiste: “Premier riferisca o è un atto di disprezzo del Parlamento”

“Se Berlusconi non viene al Copasir è un atto di disprezzo del Parlamento”. Massimo D’Alema, presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ha convocato con una lettera il premier Silvio Berlusconi a presentarsi davanti al Copasir. Il motivo della lettera è che in passato il premier si è rifiutato per ben tre volte di andare.

Una lettera breve e formale quella di D’Alema in cui si ”rinnova l’invito all’audizione del presidente del Consiglio da parte del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, come previsto dall’articolo 31, comma 1, della legge 124 del 2007”. I commissari del Pdl e della Lega hanno espresso parere contrario, accusando D’Alema di voler solo strumentalizzare: è il gossip che entra al Copasir, accusano, portando la vita privata del premier in un organismo che deve occuparsi di servizi segreti. Favorevoli invece i commissari di opposizione e Carmelo Briguglio, di Fli, secondo cui la facilità dell’accesso alle residenze del premier investe la sicurezza nazionale.

D’Alema ha sottolineato che ”è la legge che prevede che il premier periodicamente riferisca al Copasir, ma Berlusconi non l’ha mai voluto fare. Questa è la quarta lettera che ha ricevuto, tre ne ha mandate il mio predecessore Francesco Rutelli. E’ essenziale che faccia ciò che deve fare: come in tutti i Paesi democratici il premier risponde al Parlamento”. E se anche stavolta non si presenta? ”Sarà un ulteriore atto di disprezzo del Parlamento”, risponde il presidente del Copasir. Vorrebbe dire ”che noi abbiamo un presidente del Consiglio che non considera il confronto con il Parlamento come un suo dovere, come sarebbe. Noi non abbiamo strumenti coercitivi. In quel caso chiameremo il dottor Letta che pazientemente dovrà rispondere alle domande cui avrebbe dovuto rispondere Berlusconi”.

Domande attinenti ”non soltanto ai temi della sicurezza nazionale – spiega D’Alema – ma anche ai temi del rapporto tra controllo parlamentare e funzioni di governo e ai problemi della sicurezza della sua persona”. Secondo la maggioranza, però, la lettera di D’Alema ”non deriva e non discende – dice Fabrizio Cicchitto – dalla attuazione di una legge, ma e’ evidente come essa rientri in una campagna strumentale, e dunque politica, in corso contro Silvio Berlusconi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Gaetano Quagliarello, per il quale ”l’iniziativa assunta stamattina è la prova evidente del tentativo di piegare il Copasir ad arma impropria di lotta politica. Il comportamento di D’Alema – aggiunge – è dunque chiaramente strumentale, e si spiega solo con la volontà di speculare e trascinare il Comitato in una campagna di delegittimazione che respingiamo con forza”. Quagliarello attacca anche Briguglio, il quale avrebbe ”dimostrato ancora una volta quanto Futuro e Libertà sia succube della sinistra e disposta a fare da sgabello alle sue iniziative”. Ma lo stesso esponente di Fli ha sottolineato oggi in un’intervista che ”il problema da affrontare in termini non più rinunciabili come questione di Stato è l’inesistenza di barriere rassicuranti per l’accesso alle residenze di Berlusconi”.

Argomento al quale il deputato di Fli aggiunge la ”preoccupazione” per ”l’uso delle scorte del capo del governo in compiti del tutto estranei a quelli istituzionali” – condivisa dagli altri commissari dell’opposizione. Come Giuseppe Caforio (Idv), secondo cui ”i filmati che mostrano l’auto con Lele Mora e alcune ragazze arrivare ad Arcore ed entrare senza alcun controllo nella residenza del premier ripropongono la necessita’ che Berlusconi venga a riferire al Copasir sulla sicurezza e segretezza delle sue varie residenze”.

”Il presidente D’Alema ha agito nel pieno rispetto del ruolo istituzionale dell’organismo di controllo parlamentare sui servizi: il Pdl sta difendendo l’indifendibile, cioè l’indifferenza di Berlusconi nei confronti dei problemi del paese”, aggiunge Ettore Rosato, del Pd. Alle critiche dei commissari di maggioranza ha replicato lo stesso D’Alema. ”Mi fa sorridere. E’ evidente che ogni atto parlamentare è politico. E in tutti i regimi parlamentari c’è l’opposizione. Forse bisognerebbe spiegare a questi nostri colleghi che noi viviamo in una democrazia occidentale dove il premier risponde al Parlamento, ma evidentemente Berlusconi si ispira a modelli diversi perche’ in nessuna democrazia occidentale si potrebbe tollerare un capo di governo che si comporta come lui”.

Gestione cookie