Il giudice dei minori smentisce Maroni: “Ruby, mai autorizzato l’affido”

Ruby

“Io non ho mai dato l’autorizzazione all’affido della minorenne Ruby a Nicole Minetti”. Il giudice dei minori smentisce il ministro dell’Interno Roberto Maroni e dice: quella notte con Ruby non andò così. Poi aggiunge: è stata calpestata la legalità e la giustizia. Quindi si rivolge al Csm: “Venga chiarita la discrepanza tra il racconto del ministro e i dati di realtà che sono a mia conoscenza”. Ieri, in un informativa in Parlamento, il ministro dell’Interno, parlando del caso Ruby, aveva detto: il rilascio di Ruby è stato fatto secondo le regole e la ragazza è stata “compiutamente identificata e fotosegnalata”. Il tutto, questo è stato il racconto di Maroni, è stato fatto dalla Questura di Milano in “assoluta correttezza” e seguendo le indicazione del giudice dei minori che, dunque, era informato di ogni novità sul caso. Anche sull’affido della ragazza alla consigliera provinciale Nicole Minetti. Proprio questo il punto “scabroso”, che ha provocato la reazione del pm Anna Maria Fiorillo che dice: non è andata così, io ho visto un’altra scena. Alla sua replica segue la contro replica del ministro che ribadisce: “Il caso è chiuso”.

Il ministro, nella sua informativa, ha ammesso che siano state fatte due telefonate da parte del presidente del Consiglio alla Questura di Milano per rilasciare l’allora minorenne Ruby nella notte del 27 maggio scorso. Maroni ha però sostenuto che quelle telefonate non hanno influenzato l’operato degli agenti e che tutto procedeva “regolarmente” sotto la lente del pm Fiorillo. Il ministro ha inoltre detto che il giudice competente, ovvero la Fiorillo, era stata informata e aveva dato il suo assenso anche alla decisione di affidare Ruby alla consigliera regionale Nicole Minetti.

Per dare forza alla sua versione dei fatti Maroni ha anche citato il procuratore capo di Milano Brutti Liberati:  “Liberati ha dichiarato, cito testualmente, che: ‘la fase conclusiva della procedura di identificazione, fotosegnalazione e affidamento della minore è stata operata in modo corretto. In futuro non ci saranno altri accertamenti. Per quanto riguarda questa fase dell’indagine abbiamo praticamente chiuso”.

Il pm Fiorillo, però, non è d’accordo e non vuole cedere. Già nelle scorse settimane aveva detto di non essere stata informata di tutte le procedure su quel caso e di non aver assolutamente autorizzato l’affidamento di Ruby alla Minetti. Ora quindi, dopo l’informativa in Parlamento di Maroni, la Fiorillo promette battaglia davanti al Csm “perché  – dice – le parole del ministro Maroni che sembrano in accordo con quelle del procuratore Bruti Liberati non corrispondono a quella che è la mia diretta e personale conoscenza del caso”. Poi ribadisce con ancor più forza: ”Si deve sapere che io non ho mai dato alcuna autorizzazione all’affido della minorenne”.

”Io non dico più niente – ha proseguito il magistrato dei minori – parlerò eventualmente dopo, quando il Csm sarà intervenuto – ha detto la Fiorillo – Penso però che sia importante soprattutto il rispetto delle istituzioni e della legalità, cosa a cui ho dedicato la mia vita e cosa in cui credo profondamente. Proprio per questo rispetto della legalità e della giustizia, quando le vedo calpestate parlo, perché altrimenti non potrei più guardarmi allo specchio come un essere umano”.

Bruti Liberati: nulla da aggiungere. Da parte sua il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, non cambia posizione: “Non ho nulla da aggiungere a quanto già detto nei giorni scorsi – dice – Per me la vicenda era gia’ chiusa allora”.

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