Berlusconi: sfiducia fino alla morte, poi fiducia. E che fa adesso il Pd?

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Luigi Zanda (foto LaPresse)

ROMA – Sono le 13:35 quando Silvio Berlusconi ri-cambia per l’ultima (?) volta idea: “Il Pdl voterà la fiducia al governo”. Colpo di coda e colpo di teatro per ridimensionare le proporzioni di una sconfitta secca e in qualche modo mettere in difficoltà il Pd.

Non a caso, dopo Berlusconi, l’Aula rimane in silenzio. Il presidente Piero Grasso è una maschera di cera. Resta attonito come chi non crede alle proprie orecchie e poi cede la parola a Luigi Zanda, ovvero al presidente dei senatori Pd. Già, il Pd. Perché adesso cosa faranno i democratici?

La prima parte è facile, persino scontata: il Pd farà quello che ha programmato da subito, voterà in blocco la fiducia a Letta. Ma la mossa finale di Berlusconi spiazza i democratici che a questo punto speravano in un esecutivo dai numeri ridotti ma sostanzialmente deberlusconizzato e quindi più gestibile anche in termini di consenso elettorale.

Zanda, il primo a parlare dopo Berlusconi, è consapevole di quanto successo. E non a caso le sue parole sono un attacco frontale a Berlusconi.  L’improvviso sì alla fiducia annunciato da Berlusconi, le parole di Zanda,  serve ”a nascondere la sconfitta politica, che ha un volto chiaro”.

”Oggi – aggiunge Zanda – si è formata una nuova maggioranza politica indipendentemente da tutte le operazioni tattiche e furbesche che contrastano con le parole e i gesti gravissimi che abbiamo ascoltato in questi giorni. E il voto che si aggiunge ora ha un senso chiaro: nascondere la sconfitta politica che ha un volto chiaro”.

Il problema è che, con tutte le minacce, le accuse  e i tentennamenti delle ultime ore, Berlusconi fa formalmente ancora parte della maggioranza che appoggia il governo Letta. Che si gonfia, nonostante le defezioni individuali come quella di Nitto Palma,  nei numeri ma perde in stabilità e appeal per gli elettori Pd.

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