Berlusconi comanda: un sorriso che sfotte e se ne strafotte. E Sgarbi, Sallusti, Ferrara, Feltri, Belpietro…

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 2 Marzo 2011 - 13:24 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La parola d’ordine, affascinante e impegnativa per tutti, è già volata via da Palazzo Grazioli alle redazioni di “Libero” e “Il Giornale” e già corre da Arcore a Viale Mazzini, dalla Brianza a Roma, da un capo all’altro della Repubblica berlusconiana. Eccola: “Da oggi e fino a nuovo ordine sorriso, sorriso sulle labbra, sorriso sfottente e strafottente”. E’ il sorriso che allarga il volto e distende l’espressione di Berlusconi quando un  giorno sì e l’altro pure, in ogni pubblica occasione invita tutti gli astanti, spettatori, militanti, convenuti e partecipanti a “venire anche voi al bunga-bunga”. Berlusconi da giorni piazza il sorriso e la battuta, quel sorriso e questa battuta, in mezzo, alla fine, a corredo di ogni suo discorso. Non è un caso, è una strategia. “La sinistra? Vorrebbe venire al bunga-bunga”. Ai repubblicani di Nucara: “Vi invito al bunga-bunga”. Invito esteso ai cristiani di Magdi Cristiano Allam. Invito rivolto a tutti quelli che incontra e puntualmente riportato a tutta la popolazione dalle televisioni. Invito con sorriso, sorriso con invito: per “sfottere” chi del bunga-bunga fa scandalo o addirittura processo, per ricordare e sottolineare, rimarcare e sfidare, per esibire l’incontenibile forza della “strafottenza”.

E’ il sorriso sfottente e strafottente del Capo, lo stesso che aveva sulle labbra Vittorio Sgarbi, fresco di investitura di trasmissione in Rai. Con quel sorriso Sgarbi diceva alla radio del Sole 24 ore qualche giorno fa: “Voglio essere processato, ho avuto rapporti sessuali con minorenni consensuali”. Sorriso sfottente e strafottente, Sgarbi presto lo esibirà in tv. Lo stesso sorriso di Maurizio Belpietro intervistato dal tg di Mentana sulla nuova iniziativa editoriale di “Libero”: la diffusione a puntate del pensiero di Benito Mussolini. “Il Duce tira, tira…”. Sorriso sfottente e strafottente verso chi pensa che il “pensiero del Duce” sia materia tanto nota quanto tossica. In Germania nessuno sfoggerebbe un sorroso così lanciando la campagna pubblicitaria per la distribuzione a dispense del Mein Kampf di Hitler, in Russia nessuno fascicola sorridendo gli scritti di Stalin, ma sono popoli tristi, non sanno sorridere. Quel sorriso sornione con cui Vittorio Feltri annuncia: “Farà discutere”. Lo stesso sorriso sfottente e strafottente con cui Alessandro Sallusti, direttore de “Il Giornale”, fa sapere che la sua testata prenderà il testimone in ideale staffetta: dopo il pensiero di Mussolini a dispense arriveranno i diari del Duce: “Un uomo che nel bene e nel male…”. Ecco, “nel bene e nel male”: Sallusti lo dice proprio con quel sorriso.

Più o meno lo stesso sorriso con cui Augusto Minzolini, alla notizia che Giuliano Ferrara verrà ogni sera dopo il suo Tg, commenta: “Mi sentirò meno solo in Rai”. La “solitudine” alleviata del direttore del Tg1, una sorridente battuta che sfotte e se ne strafotte. Il medesimo sorriso di Giuliano Ferrara quando racconta che in Rai farà “Radio Londra”, insomma una voce clandestina nella Rai occupata dagli invasori stranieri. Si divertono entrambi, sfottono. Come continua a fare il Capo: a Milano, nel giorno del suo primo processo, processo cui non si presenta, sorridente dichiara: “Ho cinque processi in pochi giorni”. Sono quattro ma Berlusconi si diverte ad esagerare. Infatti al primo comizio aggiunge: “Contro di me 2.563 udienze”. Mezz’ora dopo dice: “Contro di me 2.952 udienze”. Non è che fa confusione, sfotte e comunica che se ne strafotte. E’ la nuova, strategica e studiata, del berlusconismo. E’ l’immagine voluta e la sostanza esibita: un largo sorriso, così ampio da sfottere e così eloquente da trasmettere strafottenza.