Berlusconi non testimonia al processo Dell’Utri. I giudici: “Non serve”

Berlusconi e Dell’Utri (foto Lapresse)

PALERMO – Silvio Berlusconi non testimonierà al processo d’appello su Dell’Utri: la sua parola “non è rilevante”. Lo ha deciso la corte d’Appello di Palermo, che ha così respinto la richiesta del Procuratore Generale di Palermo.

La Corte d’Appello processerà Marcello Dell’Utri, senatore Pdl, per concorso in associazione mafiosa. Per i giudici la testimonianza dell’ex premier non è ”né rilevante, né decisiva”.

Nel processo si dovrebbe parlare della vicenda Mangano, lo stalliere che fu assunto proprio da Berlusconi e che è considerato “vicino alla mafia”. Secondo i giudici, i motivi della presenza del boss Nino Mangano ad Arcore e i pagamenti fatti da Berlusconi a Cosa nostra negli anni ’70 sono già ”ampiamente comprovati”.

Da qui il giudizio di ”non decisività e non indispensabilità ai fini della decisione” della testimonianza dell’ex premier che sarebbe dovuto comparire in udienza, secondo il pg, come teste assistito in quanto ex indagato di reato connesso.

Il procuratore generale, Luigi Patronaggio, ha così commentato: ”La Corte d’Appello si è attenuta ai criteri indicati dalla Cassazione e ha delimitato l’oggetto della prova. Comunque, se si accerta l’interruzione della condotta criminosa, sul processo incombe il rischio della prescrizione”. La Corte d’Appello di Palermo, oltretutto, ha deciso di disporre solo una parziale riapertura del dibattimento a carico del senatore Marcello dell’Utri, accusato di concorso in associazione mafiosa. I giudici hanno bocciato quasi tutte le richieste di nuove prove fatte da accusa e difesa accelerando, così, i tempi del processo.

Soddisfatto l’avvocato difensore di Dell’Utri, Giuseppe Di Peri: “L’ordinanza della Corte d’Appello di Palermo è equilibrata e mirata a chiarire i problemi sollevati dalla Corte di Cassazione”.

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