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Maxiemendamento, dl o ddl: Berlusconi e Tremonti divisi dalle misure?

di admin |2 Novembre 2011 1:57

Berlusconi e Tremonti (Foto LaPresse)

ROMA – Un maxiemendamento, un decreto legge e un disegno di legge. Sarebbero questi i tre strumenti messi in campo dal governo per varare il primo pacchetto di misure anticrisi concordato con l’Unione europea. Un pacchetto di mischia nutrito sul quale ci sarebbero state, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti al vertice interministeriale presieduto da Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi, posizioni contrastanti tra alcuni ministri.

Con Giulio Tremonti che, sempre secondo quanto riportato da diversi partecipanti, sarebbe arrivato ad ipotizzare la necessità di una ‘discontinuità nell’azione di governo per un nuovo rilancio. Una affermazione che sarebbe stata letta dai presenti come la richiesta di un passo indietro al premier. Richiesta che comunque Berlusconi avrebbe respinto al mittente ribadendo la volontà di andare avanti anche perchè non ci sarebbero alternative all’attuale Esecutivo.

Le indiscrezioni sul botta e risposta tra Tremonti ed il Cavaliere vengono però smentite dal portavoce del tesoro: “La ricostruzione dell’incontro a palazzo Chigi e la posizione che avrebbe assunto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti non rispecchiano quando avvenuto realmente e quindi sono false”, dice.

Durante il vertice, il presidente del Consiglio avrebbe spinto sulla necessità di inserire misure d’urgenza in un decreto proprio per rafforzare la volontà politica del governo di andare immediatamente al nocciolo del problema con misure ‘immediate’, così come chiesto da Bruxelles ma anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un decreto che accompagnerebbe il maxiemendamento alla Legge di stabilità e un altro disegno di legge che, dopo la terapia d’urto del dl, consentirebbero l’introduzione progressiva e diluita nel tempo di tutti gli altri provvedimenti anticrisi.

Ma a questa ‘scaletta’ si sarebbe opposto Giulio Tremonti sostenendo l’unica opzione del maxiemendamento con voto secco in Parlamento: senza altri provvedimenti che, a suo avviso, accenderebbero gli appetiti da assalto alla diligenza facendo diventare delle misure nate per il contenimento della spesa delle misure di spesa aggiuntiva.

La discussione sarebbe proseguita anche nel vertice ristretto tra Berlusconi, Tremonti ed il ministro leghista Roberto Calderoli, senza modificare sostanzialmente le posizioni in campo. Anzi, con il premier che, secondo voci circolate in ambienti della maggioranza, e comunque non confermate, avrebbe addirittura minacciato di salire al Quirinale per dimettersi. Alla fine si è deciso di rinviare qualsiasi decisione ad un nuovo vertice previsto per stamane.

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