ROMA – Berlusconi e Tremonti ormai sono ai ferri corti. Dopo le parole del ministro dell’Economia sulla crisi, la reazione del premier (“Questo è matto”), Tremonti avrebbe replicato stizzito: “Il problema sei tu”. Nella notte tra martedì e mercoledì, a Palazzo Grazioli, tra Berlusconi e Tremonti è andato in scena l’ennesimo litigio, secondo i retroscena raccontati da La Stampa, un’ora dopo che le agenzie internazionali avevano battuto la notizia del declassamento dell’Italia da parte di Moody’s.
Il capo del governo ha chiesto conto a Tremonti di quell’uscita “improvvida” sulle elezioni anticipate come medicina per curare la febbre dello spread. Il ministro, che si era già rimangiato la battuta su suggerimento di Maurizio Gasparri, si è difeso alzando il tono della voce: “Io stavo parlando solo del caso spagnolo eppure i tuoi mi sono subito saltati alla gola senza nemmeno curarsi della smentita”. Ma è stato quando il premier gli ha chiesto cosa il governo potesse fare per sottrarsi agli attacchi della speculazione che Tremonti ha affondato il pugnale: “Silvio, ma ancora non l’hai capito? Il problema sei tu”.
Ma Berlusconi il giorno dopo ha voluto negare: ”Se c’è un periodo in cui stiamo lavorando in assoluta concordia con Tremonti è questo”. Il premier bolla come ”tutte storie” le cose scritte negli ultimi giorni sui rapporti con Tremonti. Discorso diverso invece per i pm, che Berlusconi torna ad attaccare: “Sono schegge impazzite che puntano all’eversione”. “Un altro governo? Mi viene da ridere”. Quindi l’immancabile battuta: “Forza Italia? Meglio forza gnocca come nome per il partito”.
Umberto Bossi spiega a chi gli domanda se la coalizione tiene: “Per ora sì, poi vediamo… Tutto può essere ma penso di no, io non voglio rotture di co…”. E tra queste c’è anche l’indicazione del successore di Mario Draghi a governatore della Banca d’Italia. Tremonti, che ha incontrato il leader della Lega alla Camera, secondo quanto trapela, insiste sul nome di Vittorio Grilli, trovando un sostenitore nel Senatur che infatti ripete: “C’è Grilli il milanese”.
Dopo l’episodio del Lussemburgo (quando il ministro dell’Economia evocò la soluzione spagnola del voto anticipato), il sentimento nei confronti di Tremonti che si coglie tra i parlamentari del Pdl è ormai di forte ostilità. C’è chi gli suggerisce espressamente di fare un passo indietro. Il sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto, è tra questi. Già in estate cannoneggiò contro il responsabile dell’Economia: “Tremonti è un problema. Si dimetta se pensa che questo governo è un ostacolo alla crescita dell’Italia, se fossi Berlusconi sarei furibondo”.
Insomma, l’accusa che muovono dal Pdl è che Tremonti non ragioni da politico ma da ragioniere. E lo dicono anche quelli che sono tornati nella maggioranza di centrodestra dopo la parentesi politica tra i futuristi di Gianfranco Fini: Andrea Ronchi e Adolfo Urso. Entrambi annunciano, parlando a una convention della loro fondazione FareItalia a sostegno della costituente popolare lanciata da Angelino Alfano, che non voteranno il decreto se non conterrà provvedimenti in favore della crescita.
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