MILANO – Due anni di interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi. E’ la richiesta dell’avvocato generale Laura Bertolè Viale alla Corte d’Appello di Milano per quanto riguarda la pena accessoria per l’interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi. La difesa invece rilancia e chiede l’interdizione di un solo anno.
La decisione dei giudici dovrebbe arrivare, salvo imprevisti, già nella giornata di sabato 19 ottobre.
In aula, per la difesa del Cavaliere, è presente Niccolò Ghedini, ma non il professor Franco Coppi, al suo posto c’è il collega di studio Roberto Borgogno.
Il pg, nel formulare la sua richiesta, ha spiegato che, come la pena principale è stata due terzi della pena massima, cosi’ deve essere anche per la pena accessoria. L’avvocato generale e, prima di lei, il giudice relatore, hanno parlato per cinque minuti ciascuno, ricordando gli esiti del processo in tutti i gradi di giudizio, con i relativi capi d’ imputazione. La parola passa quindi alla difesa di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Roberto Borgogno, in aula al posto del professor Franco Coppi.
Niccolò Ghedini ha depositato il ricorso presentato alla Corte europea dei diritti dell’uomo relativo alla decadenza dell’ex premier da senatore.
La difesa: “Minimo edittale”. La difesa di Silvio Berlusconi oggi durante l’udienza per la rideterminazione dell’interdizione dai pubblici uffici, ha chiesto di contenere la pena ”limitandola al minimo edittale”, e quindi a un anno. Gli avvocati dell’ex premier hanno inoltre sollevato tra l’altro una questione di legittimità costituzionale sulla legge Severino.
Nel chiedere la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale, la difesa di Silvio Berlusconi ha spiegato in sostanza, in relazione all’incostituzionalità eccepita sulle legge Severino, che non si può essere puniti con due pene accessorie come conseguenza della stessa condanna.
Per Ghedini ”c’è una sovrapposizione di norma, una duplicazione”. L’altra eccezione di legittimità costituzionale è stata sollevata in relazione alla norma che riguarda il contenzioso fiscale. L’avvocato generale Laura Bertolè Viale ha chiesto alla corte di dichiarare inammissibile la questione in quanto ”la legge Severino esula dalle competenze di questa corte”. I difensori di Berlusconi stamattina hanno anche presentato ai giudici la documentazione relativa al ‘conto’ saldato da Mediaset con l’agenzia delle entrate.
Berlusconi è stato condannato in via definitiva a quattro anni per frode fiscale nell’ambito del processo Mediaset. La Cassazione, però, aveva rimandato in appello la sola questione accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici giudicando “non congrua” la condanna formulata in Appello.