ROMA – Berlusconi vuole Santoro e Santoro vuole Berlusconi. L’uno disperato, tenta la via della suspence per moltiplicare gli ascolti e risalire nei sondaggi. L’altro che non gli par vero di poter lavare l’onta di quel famigerato “editto bulgaro”. A raccontare il retroscena su una possibile apparizione del Cavaliere nell’arena di Servizio Pubblico è Ugo Magri sul quotidiano La Stampa, che parla di trattativa già in corso tra i due e di una data già fissata: il 10 gennaio.
Berlusconi prosegue così la sua maratona mediatica pre-elettorale, ma è costretto ad alzare il tiro. Non è più lui ad avere la maggioranza in Cda Rai e i sondaggi lo danno ancora sotto il 20% per questo è decisivo stare in tv il più possibile. Non gli sono bastate le comparsate sulle sue reti, alla mercè di intervistatori-zerbino che gli offrono ampio spazio, fino agli 80 minuti di monologo concessigli da Barbara D’Urso. Lo share è rimasto bassino, appena il 16 percento. Poco incisiva anche l’intervista con Paolo Del Debbio durante la trasmissione Quinta Colonna. Per non parlare dell’ormai soporifero salotto televisivo di Bruno Vespa, nel quale “il Cavaliere si accomoderà martedì sera a partire dalle 23.30, quando il popolo lavoratore sarà già a nanna”.
“Il pubblico si scalda solo quando vede scorrere il sangue”, osserva Magri. E allora, per alzare il tiro, occorre un “match spettacolare” e quale miglior occasione se non quella di calarsi direttamente nella fossa dei leoni e prestarsi al ruolo di vittima come solo lui sa fare? Magari con un Marco Travaglio rinchiuso in una gabbia che ruggisce e scalpita dinanzi alla messa in onda della sua Nemesi. L’offensiva prima della par condicio è valsa comunque a Berlusconi due o tre punti percentuali nei sondaggi: e allora ben vengano gli attacchi di bulimia mediatica a poche settimane dalle urne.
E sarà felice di assecondarlo Michele Santoro che l’ultima volta, undici anni fa, nel corso della trasmissione Il miglio verde, fu ammonito dal Cavaliere in diretta telefonica: “Santoro si contenga! Lei è un dipendente del servizio pubblico”. Il giornalista, dalle reti Rai, rispose così all’ex premier: “Sono un dipendente del servizio pubblico, non sono un suo dipendente”.
Il conduttore promette che non ci saranno scherzi o trappoloni. “L’altro – scrive Magri – si fida molto poco della promessa ma si rende conto di non avere chance, deve correre il rischio se vuole continuare a risalire la china nei suoi sondaggi”.
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