Bersani: “Sull’articolo 18 o si cambia o si chiudano le Camere”

GENOVA, 23 MAR – Il premier Mario Monti cerca Pier Luigi Bersani per telefono prima del Cdm ma non lo trova. Lo cercano e lo trovano a Genova, invece, un gruppo di lavoratori di Fincantieri e a loro il segretario Pd assicura che sull'art.18 il Pd non molla: ''Sono sereno che in Parlamento si vorra' ragionare altrimenti chiudiamo le Camere e cosi' i mercati si rassicurano''. Fa la voce grossa Bersani che vede come ''una possibilita' di discutere'' la scelta del governo di procedere con un disegno di legge.

Non si sente ''ne' isolato, ne' desolato'', come lo dipinge certa stampa, il segretario Pd che va a Genova, dopo il terremoto delle primarie per spronare candidati e amministratori in vista della prossima campagna elettorale per le amministrative.

''Io sto con gli italiani'' e' la parte scelta da Bersani che rivendica l'autonomia dalla Cgil nella battaglia contro i licenziamenti per motivi economici. E cerca alleanze in Parlamento ''perche' l'art.18 non e' una bandierina del Pd ma riguarda gli elettori di tutti i partiti''. In difesa dei lavoratori, pur assicurando che la vita del governo non e' a rischio, il Pd si impegna in Parlamento ''perche' non puo' esistere – sostiene il leader democratico – a nessun titolo una soluzione unicamente monetaria''. Nel mirino di Bersani ma anche di D'Alema finiscono i mercati colpevoli di influenzare scelte economiche sulla pelle dei lavoratori. ''Monti non faccia il vigilante di norme confuse, capisco i mercati ma ci sono anche i lavoratori'', e' il consiglio del presidente del Copasir, anche lui impegnato in una battaglia cruciale per il futuro dei democratici ma anche del governo.

Il Pd non ha intenzione di abbassare la testa sull'art.18 pur sostenendo le ''buone cose'' contenute nella riforma. Anzi rivendica il diritto di dire la sua molto piu' di altri partiti: ''Se c'e' da criticare quello che fa il governo – attacca Bersani – noi che lo abbiamo generosamente voluto possiamo farlo. Pdl e Lega, invece, colpevoli di averci portato sull'orlo del baratro, stiano zitti''. Il vertice del Pd non si sente rassicurato dalla garanzia del governo di evitare abusi: garanzia che viene tradotta dall'esecutivo come la possibilita' di reintegro nel caso in cui venga dimostrato che il licenziamento sia strumentale. Ma non bastano neanche le parole di Napolitano. ''Voglio ben credere – sottolinea Bersani – che non arrivera' una valanga di licenziamenti, il capo dello Stato ha detto cose sagge ma bisogna che le norme le sorvegliamo''. Sorveglianza che per il Pd si traduce in un impegno ad adottare il modello tedesco anche nella parte dei licenziamenti per motivi economici: ''Dicono che in Germania – fa presente Bersani – le cose vadano meglio e allora perche' non facciamo anche noi cosi' per rassicurare i mercati? Altrimenti non e' un film nostro ma americano''. Film che Bersani non vuole vedere cosi' come allontana la proiezione sullo show down del governo, chiesto da Di Pietro e da Vendola: ''Stiamo belli calmi'', frena il leader Pd.

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