ROMA – Fiducia al Senato, Pier Luigi Bersani deve puntare sulla Lega ma non può dimenticare i voti di Silvio Berlusconi, che avverte: “Senza di noi dovrà tornare dal Capo dello Stato ammettendo di non essere riuscito nel proprio intento”. Anche Matteo Renzi ammette che è difficile “dar torto a Berlusconi quando dice deve parlare con noi”.
Il leader del Pdl chiede un nuovo Capo dello Stato “di garanzia”. Si fanno i nomi di Massimo D’Alema, Giuliano Amato e Franco Marini. Importante anche il programma di riforme, chieste sia dal Pdl sia dalla Lega. I temi da affrontare sono la legge elettorale, la Camera delle autonomie, il dimezzamento dei parlamentari.
Berlusconi è soddisfatto del discorso di Giorgio Napolitano. Quel richiamo all’articolo 94 della Costituzione, in cui è scritto che “il governo deve avere la fiducia delle Camere“, gli è piaciuto.
Entro mercoledì 26 ci sarà un nuovo incontro al Quirinale con il Presidente della Repubblica. Sabato 23 Bersani, soprannominato da Angelino Alfano “il verificatore”, incontra le parti sociali. Sul tavolo due punti chiave: il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione alle imprese e gli esodati.
Intanto è già partito il toto-nomi per gli incarichi di governo. Si parla di una ventina di ministri per affrontare i temi sociali più stringenti. Escluse figure troppo politiche, fatta eccezione almeno per Enrico Letta all’Economia o al Welfare.
Pier Carlo Padoan, capo economista dell’Ocse: potrebbe guidare il ministero dell’Economia.
Michela Marzano, filosofa e parlamentare Pd: il suo nome viene fatto per il dicastero delle Pari Opportunità.
Ilaria Borletti Buitoni, ex presidente del Fai: potrebbe andare al ministero dei Beni culturali.
Fabrizio Barca, ministro per la Coesione territoriale: a lui potrebbe andare un ministero economico.
Anna Maria Cancellieri, attuale ministro dell’Interno.
Andrea Bianchi, direttore generale del ministero dello Sviluppo Economico: potrebbe guidare lo stesso ministero.
Franco Bernabè, presidente Telecom.
Giuseppe De Rita, sociologo, tra i fondatori del Censis.
Valerio Onida, giurista: potrebbe avere un incarico per le Riforme.
Alberto Bombassei, imprenditore: anche il suo nome viene fatto per lo Sviluppo economico.
Vasco Errani, governatore dell’Emilia Romagna.
Carlo Petrini, fondatore di Slow Food: potrebbe guidare il ministero dell’Agricoltura.
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