Bersani a Prodi: “Un Pd federale? Magari fosse questo il problema”

“Non si sta riaprendo il dibattito sulla forma partito ma tutte le vicende ci insegnano qualcosa e quindi faremo delle modifiche per dare più spazio ai territori. Questo però non è il centro della discussione perché noi dobbiamo parlare all’Italia”.

Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, lasciando l’assemblea dei senatori democratici, risponde così alla proposta lanciata da Romano Prodi di costruire un partito più federale. “Noi ci organizziamo per un partito dei territori – ribadisce Bersani a chi gli chiede cosa pensi della proposta di un Partito democratico del Nord. “Nel nostro partito – aggiunge – ci sono tutti i territori, anche il Nord”.

La proposta di Prodi. L’ex premier Prodi, infatti, aveva proposto un modello basato su maggiori poteri ai 20 segretari regionali e meno a quello centrale, eletto non più dalle primarie ma da un’assemblea federale. “La forza dei segretari regionali, aveva sottolineato Prodi, dovrebbe essere ponderata non in base agli iscritti, ma ai voti riportati alle elezioni politiche, perché il raccolto di un partito non si basa sulle tessere ma sui voti”.

“Sì a una discussione interna”. Quanto alle discussioni interne, il leader Pd Bersani si è detto pronto a “una riflessione e a una discussione all’interno del partito” e ammette che il Pd è fatto da “una pluralità di anime che a volte faticano a trovare una sintesi”. Obiettivo che, come ha proposto Franco Marini nella riunione, potrebbe essere raggiunto votando dentro gli organismi sulle decisioni da prendere. “Votare – sostiene Bersani – dovrebbe essere ordinario, un elemento fisiologico. L’importante è che una volta votato si fa ciò che si è deciso”.

Le reazioni a Prodi. La proposta di Prodi aveva suscitato più di una reazione all’interno del pd. In prima fila i “veltroniani”, in particolare Beppe Fioroni che stronca il modellino federale perché, sostiene, sembra troppo una «Lega di sinistra». Poi un attacco sostenuto da un altro veltroniano doc come Giorgio Tonini, che bolla la proposta prodiana come un bel «passo indietro». Un no meno marcato viene dai segretari regionali che, seppure non bocciano il “pd federale”, non vogliono rinunciare alla primarie nazionali per eleggere il segretario nazionale.

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