ROMA – ''Una grande riforma del mercato del lavoro non è certo un tabù ma dobbiamo iniziare dall'ora di lavoro del precario, che deve costare di più rispetto a quella del lavoratore a tempo indeterminato. Mi parlano invece, come fa Sacconi, di flex security sul modello Danimarca o di salario minimo garantito come fa Casini: per me va bene. Ma ci rendiamo conto che costano molto? Ci sono i soldi? Dove sono?''. Lo dice il segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani in un'intervista al Mattino, in cui sottolinea che ''in questo momento dire che si licenzia per facilitare assunzioni è delirio''.
Una ''controlettera'' del Pd all'Ue non ci sarebbe mai stata, sottolinea Bersani, ''perché prima avremmo fatto le riforme che il centrodestra non ha fatto. Quella fiscale, della pubblica amministrazione, del lavoro per ridurre la precarietà, politiche industriali ed energetiche. E le liberalizzazioni, soprattutto''. Ora servono o ''elezioni o un nuovo governo'', prosegue, in più ''un programma vero di riforme''.
Il leader del Pd affronta il tema della convention organizzata dal sindaco di Firenze. In primis, assicura Bersani, non c'è nessuno ''scontro personale'' con Renzi. Il vero ricambio generazionale, spiega, deve avvenire ''su idee nuove che non siano rimasticature di quelle degli anni '80 che abbiamo già ampiamente pagato''.
In particolare, precisa, ''l'eccesso della personalizzazione in politica è il passato''. Affetto per Renzi e Civati, dunque, ma serve ''costruire un collettivo'', mentre a Chiamparino, ''anche questo fatto delle primarie tirate ogni volta in ballo: sono aperte e lo dico io unico segretario ad essere stato eletto così. Nessun problema quindi, si candidi chi vuole''.
Per ''ricostruire'' il Paese occorre invece ''un'alleanza tra progressisti e moderati – aggiunge -: in tempi di ricostruzione bisogna essere generosi senza arroccarsi. Ma niente ammucchiate, ci vuole un centrosinistra credibile che si rivolga ai moderati e alle forze civiche. Tutti oggi vogliono chiudere con Berlusconi ma per farlo occorre un'alleanza di legislatura per le grandi riforme''.