Bersani vara il “Pd di lotta” e strizza l’occhio a Nichi Vendola

Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola

Massimo D’Alema vorrebbe un “tutti insieme appassionatamente” per battere Silvio Berlusconi. I centristi, Beppe Fioroni in testa, desiderano un bell’asse con l’Udc di Pierferdinando Casini. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani, però, vira da un’altra parte, mette la freccia a sinistra e guarda soprattutto a Nichi Vendola.

Nelle intenzioni del leader del Pd non c’è la voglia di far tramontare la possibilità dell’alleanza con Casini, anzi. Il punto è che, numeri alla mano, Bersani ha capito che il partito rischia di perdere (non pochi) consensi soprattutto a sinistra, ovvero nel profondo ventre del suo elettorato. Quindi, dopo aver dato una scorsa ai sondaggi di ottobre, ha deciso per l’ennesima metamorfosi del Partito: dalla versione imborghesita a una più “di lotta”. Se non ci fossero subito i distinguo non sarebbe il Pd. E per non venire meno alla logica centrifuga quasi subito Fioroni ha accusato Bersani di “far scivolare il Pd verso il Pci”.

In realtà al segretario fanno giustamente gola quei voti (fino al 20%) di militanti di sinistra che rischiano di disperdersi tra i satelliti comunisti. Anche perché ad ottobre la fiducia in Bersani è calata di altri due punti: il 40% lo giudica positivamente, il 53% negativamente e il restante 7% non si prende neppure la briga di sapere chi sia Bersani e cosa faccia di mestiere. Nel Pd Sergio Chiamparino e Nicola Zingaretti godono di più fiducia del segretario. Fuori, invece, Vendola stappa un 46% di fiducia, un 36% di sfiducia e un 18% di “chi è Vendola?”.

Dunque, per arginare la fuga dal Pd è meglio farsi amico il governatore pugliese. Poi si vedrà. Per i progetti politici, insomma, c’è sempre tempo.

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