ROMA – Pier Luigi Bersani Presidente della Repubblica, poi governo di scopo, quindi elezioni il 7 luglio. Questo, secondo Carmelo Lopapa di Repubblica, è il piano a cui sta pensando Silvio Berlusconi nelle ultime ore.
Lopapa racconta che i parlamentari e dirigenti del Pdl vicini a Berlusconi sono stati impegnati per tutto il 10 aprile a mettere in circolo l’idea tra il Transatlantico della Camera e la buvette del Senato.
Scrive Repubblica:
“Dal colloquio avuto con Pierluigi ho avuto la sensazione che non escluda affatto di finire lui stesso al Colle e a quel punto, vi dirò, potrebbe pure servire a sbloccare la situazione” racconta il Cavaliere nella cena avuta martedì sera fino a tarda ora con Alfano, Verdini, Brunetta, Schifani, Gasparri, Cicchitto, a Palazzo Grazioli.
Diversa veduta ha invece Fabrizio Cicchitto, un uomo vicinissimo a Berlusconi, che sul Corriere della Sera lancia la candidatura di Gianni Letta e Luciano Violante al Quirinale e sull’incontro tra Berlusconi e Bersani dice: “Un incontro che mi ha ricordato Leopardi: ‘Vaghe stelle dell’orsa……’. Mi pare che Bersani abbia scisso il Quirinale dal governo per poter dire ai suoi di aver stabilito un rapporto per nulla compromettente, nella speranza di portare sul Colle un uomo che gli dia quell’incarico pieno che saggiamente Napolitano gli ha negato”.
Scrive infatti Paola Di Caro sul Corriere della Sera:
Insomma, di lui «non c’è da fidarsi», implorano in queste ore il capo in tanti nel Pdl. Ma Berlusconi, che condivide in questa fase la posizione con Alfano e Letta, frena: «Non accetteremo imbrogli, state tranquilli». Perché, è il suo ragionamento, se la trattativa va avanti e si arriva a un nome condiviso, poi «l’accordo di governo verrà di conseguenza». Magari non sarà il migliore possibile, magari non saranno le larghe intese classiche richieste fino ad ora, ma i due binari dovranno necessariamente convergere. O saltare, ipotesi «niente affatto esclusa».