ROMA – Il nuovo Presidente della Repubblica insieme a Berlusconi, il governo insieme al Movimento 5 stelle di Beppe Grillo. La linea di Pier Luigi Bersani non cambia, o meglio si lima. E il segretario del Pd la espone alla stampa in una conferenza stampa in cui ribadisce: niente elezioni, serve il “governo del cambiamento”, targato Pd con la linea del Pd, magari “guardata meglio” e appoggiata dal M5s, ma di certo niente governissimo. Quindi niente alleanza col Pdl per il governo, ma intese “larghissime” invece per la scelta del nuovo Presidente della Repubblica.
Leggi tutto l’intervento di Bersani: Bersani insiste: “Resta proposta, guardatela meglio”. “No governissimo”
Il governo con il M5s, quindi, continua a essere il “sogno-progetto” di Bersani. Anche se il segretario lancia un attacco: “Ci siamo trovati di fronte a un disimpegno conclamato dei 5 Stelle, che hanno avuto otto milioni di elettori ma intendono metterli in frigorifero”. i
La novità è che Bersani inizia a pensare a discutere sul Quirinale con Berlusconi. Il nome del Presidente dovrà essere deciso con un'”ampia intesa”, dice anche se ribadisce che è “inaccettabile la proposta del Pdl di trattare sul Quirinale”. “La destra vuol scegliere il presidente della Repubblica – afferma Bersani – Per il Colle cerchiamo larghissima convergenza”. Tradotto dal “bersanese”: la rosa dei nomi la facciamo insieme a Berlusconi, ma poi il nome del Presidente lo decido io.
”Come ho detto faremo una ricerca onesta di un punto di equilibrio ma non ci si detti il compito – afferma Bersani – Siamo però pronti a discutere. Il Pd è un partito plurale e quindi può dare adito all’idea che spesso si divide, ma non credo proprio che accadrà”. Poi aggiunge: “Un incontro con Berlusconi? Certo non ad Arcore o a Palazzo Grazioli ma certo che sono pronto a incontrare Berlusconi”.
La replica di Alfano. ”Se questo stallo prosegue – replica Alfano – perché il Pd pensa più alla fazione che alla Nazione, c’è solo la strada delle urne gia’ a giugno prossimo. Nel nostro ordinamento costituzionale, il Parlamento ha il dovere di esprimere una maggioranza e un Governo. Se non lo fa, la parola deve tornare agli elettori. Non ci sono altre vie”.
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