Marini out, Bersani cerca un altro presidente. E Berlusconi si innervosisce

ROMA – Franco Marini non ce la fa. Tra lui e la presidenza della Repubblica resta un oceano di 150 voti, l’asse Pd-Pdl fa flop e alla fine Pier Luigi Bersani “prende atto” e, anche se non ufficialmente, scarica quello che, meno di 24 ore prima aveva indicato come presidente.  “Bisogna prendere atto di una fase nuova, al  Pd spetta la proposta che sarà decisa dall’assemblea dei grandi elettori”, le parole di Bersani.

Parole che significano che il progetto Marini, dopo il flop dell’asse Pd-Pdl, è accantonato. Non senza mal di pancia visto che, secondo l’Ansa, prima di queste dichiarazioni Bersani aveva già chiesto a Marini di ritirarsi incassando però il no del diretto interessato. Il perché è presto detto: Marini è ancora convinto di potercela fare alla quarta votazione.

Basta però l’annuncio di Bersani della nuova proposta per far innervosire Silvio Berlusconi. Ci si mette, va detto, anche il “contesto”. Berlusconi è a Udine dove viene fischiato e contestato da un gruppo di giovani che gli gridano: “In galera”. Sta di fatto che appena gli arriva notizia della mossa di Bersani inizia a parlare di stallo e di “meglio tornare subito alle urne”. La paura è che dal Pd stavolta esca un nome non gradito, forse persino lo spauracchio Prodi. 

Scenario tecnicamente possibile ma a questo punto remoto e soprattutto politicamente suicida per Bersani. Perché Marini finirebbe per diventare presidente di tutto il centrodestra, di tutta Scelta Civica e di appena metà del Pd.

Quindi Bersani, se non alle proteste di parte del partito e degli elettori che bruciano le tessere, si arrende ai numeri. Numeri che non ci sono per l’elezione di Marini. Tutto verrà deciso, spiega Bersani, “con metodo democratico nell’assemblea dei grandi elettori”.

Possibile, ma non scontato, che già in serata Bersani incontri Matteo Renzi. Di certo c’è che il sindaco di Firenze è diretto a Roma per incontrare i suoi. Possibile che i due si parlino. Sarebbe quantomeno consigliabile per evitare un altro effetto boomerang come quello di Marini.

Conclusa anche la seconda votazione. Anche nel secondo spoglio tutto come previsto: oltre 400 le schede nulle, mentre Rodotà si è attestato attorno ai 230 voti. Piccolo exploit di Chiamparino che ha preso quasi 90 voti.

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