Benefit, Casini: “Rinuncio”. Violante: “Vediamo” e Bertinotti “anche no”

Luciano Violante e Fausto Bertinotti (Lapresse)

ROMA – “Illustre Presidente, ho avuto il privilegio di guidare la Camera dei deputati dal 2001 al 2006 e ritengo di averla servita con onestà ed equilibrio, come da più parti mi è stato riconosciuto”. Così Pier Ferdinando Casini inizia la lettera inviata al presidente della Camera, Gianfranco Fini, per annunciare che rinuncerà a ogni benefit da ex presidente dell’Assemblea di Montecitorio.

“Ho preso atto delle decisioni assunte ieri, a maggioranza – scrive il leader dell’Udc – dall’Ufficio di Presidenza in relazione allo status degli ex presidenti. Ringrazio lei ed i colleghi, ma le comunico che non intendo avvalermi della delibera e rinuncio, con effetto immediato, ad ogni attribuzione e benefit connessi a questo status”.

Secondo la nuova disciplina della Camera la decadenza dei benefit inizia dieci anni dopo la cessazione del mandato. Ma c’è un problema: l’Ufficio di presidenza ha voluto inserire una clausola che suona come una beffa. Nessun taglio netto come accaduto a Palazzo Madama, ma una differenziazione tra ex presidenti: per quelli eletti deputati nella scorsa o nell’attuale legislatura i 10 anni decorreranno a partire dal 2013. Da qui è nata la querelle tra gli ultimi privilegiati Luciano Violante (Pd), Pier Ferdinando Casini (Udc) e Fausto Bertinotti (Rifondazione) che potranno continuare a godere dei benefit per altri 11 anni.

“E’ un bene che Casini rinunci da subito ai suoi privilegi di ex presidente della Camera che una pessima decisione presa ieri gli avrebbe assicurato – ha commentato Antonio Borghesi, vicepresidente dell’Italia dei Valori alla Camera – Ci attendiamo ora che uomini di sinistra come Bertinotti e Violante facciano altrettanto e che Fini dichiari fin d’ora di rinunciarvi al termine del mandato. Solo così, forse, potrà essere posto rimedio a quanto di vergognoso ha stabilito ieri la Camera”.

Opposta la reazione di Violante e Bertinotti. “Non ho mai partecipato a fiere dell’ipocrisia e non intendo farlo neanche questa volta. Nè intendo compiere esibizionismi”, ha commentato Luciano Violante in una nota diramata subito dopo la decisione presa da Casini. “Se non interverranno diverse decisioni della Camera – afferma Violante – deciderò alla fine della legislatura in corso, dopo avere informato i miei collaboratori”. Mentre l’ex leader di Rifondazione fa sapere che si “atterrà, come sempre, a quello che ha deciso l’Istituzione”.

Fausto Bertinotti, presidente della Camera dal 2006 al 2008 durante il governo Prodi, dispone di 5 stanze a palazzo Theodoldi-Bianchelli e di 5 addetti. Luciano Violante, presidente di Montecitorio dal 1996 al 2001, ha a sua disposizione un’anticamera, tre stanze e un ufficio con terrazzo; inoltre per lui lavorano quattro addetti. Salvo imprevisti continueranno a beneficiarne per altri 11 anni.

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