ROMA – “Forse il governo si sentiva in debito con le banche. Forse voleva farsi perdonare quel piccolo sgarbo dell’aumento della tassazione una tantum sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia. Allora ecco subito servito il favore agli istituti di credito, favore che poi è una fregatura di ritorno per cittadini e imprese cui gli intermediari prestano denaro”.
E’ quanto si legge nel post di apertura del blog di Grillo in cui viene spiegato che “nel nuovo decreto ‘Competitività’ (quella dei soliti furbi, non del Paese reale) riappare infatti l’anatocismo bancario: una sorta di parolaccia che nasconde il meccanismo infernale degli interessi su un capitale da restituire che vengono capitalizzati essi stessi e generano altri interessi. In pratica, gli interessi sugli interessi”.
“La norma – sottolinea il post firmato dal M5S della Camera – – dovrà essere attuata dal Cicr (Comitato interministeriale per il credito e il risparmio), l’organo politico che, ironia della sorte, avrebbe dovuto concretizzare l’abolizione dell’anatocismo scritta nell’ultima legge di Stabilità. Eh sì, perché la Finanziaria del governo Letta ci aveva provato a cancellarlo, anche se con una formulazione imprecisa, maldestra e pasticciata, che dava adito ad ambiguità. Adesso, però, dopo appena sei mesi, il dietrofront è servito. Il governo ora dirà che la norma della Stabilità andava precisata meglio. Dirà che viene rispettata la parità di trattamento tra interessi attivi e passivi per il cliente (peccato non abbiano la stessa entità). La verità è che la lobby bancaria ha lavorato bene in questi mesi. E anche il governo Renzi alla fine non ha potuto evitare di andare mestamente a Canossa”.